Consulenza psichiatrica, analisi chimica dei reperti, analisi forense dei dispositivi informatici. Ieri, venerdì 5 agosto, la procura ha conferito tre incarichi per accertamenti tecnici necessari nelle indagini per l’omicidio di Sonia Diolaiti, la donna di 62 anni avvelenata dalla figlia Sara Corcione, 38 anni.
Andiamo con ordine. Sarà lo psichiatra forense Luciano Finotti ha valutare la capacità di stare in giudizio e quella d’intendere e di volere dell’indagata, attualmente ristretta nel carcere femminile di Bologna. La difesa – avvocato Gianni Ricciuti – ha nominato come proprio consulente il prof Renato Cardelli, direttore del Centro di salute mentale del’Ausl di Ferrara.
Entrano nel procedimento anche i fratelli della vittima, Michele e Arnaldo Diolaiti, individuati persone offese, che sono assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo (ieri in procura sostituito dalla collega Silvia Galeone). Anche loro hanno nominato un consulente: lo psichiatra Paolo Verri. Nominato anche un consulente medico legale (l’autopsia è già stata effettuata nei giorni scorsi). individuato individuato nel professor Mariano Cingolani.
Al Ris di Parma è invece affidato l’incarico di effettuare le analisi su alcuni reperti sequestrati nelle abitazioni dell’indagata e della vittima, entrambi nello stesso palazzo di via Ortigara. In questo frangente la difesa non ha nominato un proprio consulente, lo hanno fatto invece le parti offese: il prof Rino Froldi.
Infine, la pm Lisa Busato ha incaricato i carabinieri del Ros di Bologna di analizzare il contenuto di computer e smartphone sequestrati all’indagata (Anselmo ha nominato come proprio consulente Luca Mercuriali).
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