Cronaca
21 Settembre 2021
Quattro persone arrestate a conclusione dell'operazione “Day Thefts” condotta dai carabinieri di Copparo. La base in provincia e in una casa affittata in nero in Gad

Da Torino a Ferrara per svaligiare le case, in manette i ‘professionisti dei furti in abitazione’

di Daniele Oppo | 4 min

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Un appartamento in affitto in nero, in zona Gad. E da lì partivano le scorribande per andare a commette una serie di furti in appartamento tra le province di Ferrara, Rovigo e Padova: 35 quelli contati dai carabinieri, 23 quelli per i quali l’autorità giudiziaria ha dato l’ok all’arresto di quattro persone, tutte di nazionalità serba.

Si tratta di Miki Marinkovic, 48 anni, residente a Torino, dei suoi figli Gimmi e Kristijan Duric, di 27 e 28 anni, e di Valentina Stojancovic, 31 anni, fidanzata con Kristijan e con lui residente a Copparo. Tutti sono volti e nomi già molto noti alla giustizia italiana per precedenti specifici.

I quattro sono stati arrestati nelle prime ore di lunedì 20 settembre dai carabinieri di Copparo in collaborazione con i colleghi torinesi e dell’unità cinofila dei carabinieri di Bologna, a conclusione dell’operazione “Day Thefts” (furti di giorno, dal modus operandi della banda), durata circa un anno. La refurtiva recuperata ha un valore complessivo di circa 35mila euro, ma gli inquirenti stimano in 50mila euro quello totale.

Uno dei primi furti risale all’ottobre del 2020, nel corso del quale venne rubata anche una pistola con tanto di proiettili, ritrovata dai carabinieri nel corso dell’indagine, e che pare venisse usata da un membro della banda come mezzo per darsi delle arie.

Per acciuffare i quattro, spiega il comandante dei carabinieri di Copparo, il capitano Manuel Scacchi, “sono state molto utili le informazioni che ci hanno fornito i cittadini e le immagini delle telecamere di sorveglianza”.

La banda non agiva sempre insieme, molto spesso era la coppia che viveva a Copparo a darsi da fare da sola. Come la notte della vigilia di Natale del 2020, quando i due prima andarono in chiesa ad Alberone di Ro a osservare chi c’era, poi entrarono nell’abitazione di una coppia di anziani, in quel momento vuota, e la svaligiarono. La refurtiva venne poi in parte ricettata dalla madre di Stojancovic (denunciata a piede libero), che la portò a un compro oro di Ferrara: proprio qui però c’erano i carabinieri che osservavano tutto.

Proprio l’aver chiuso il canale del compro oro, usato anche per altri furti, ha costretto la banda a conservare la refurtiva, nascondendola sotto terra in campagna dopo averla racchiusa in alcuni sacchetti.

Quella volta ad Alberone agirono di notte, ma di solito – anche con aggregati i due parenti venuti appositamente da Torino nei mesi da ottobre a gennaio e, come detto, soggiornanti in un appartamento in Gad, senza regolare contratto (per la proprietaria è infatti scattata una procedura amministrativa) – agivano di giorno, “approfittando della nebbia”, come spiega il comandante del Norm di Copparo, Domenico Marletta: “Sceglievano sempre abitazioni isolate, prive di inferriate e sistemi di allarme, di porte blindate: entravano usando una piccola lastra di metallo con la quale riuscivano ad aprire le porte senza scassinarle. Andavano a colpo sicuro, senza mai usare violenza, agivano in due minuti. Erano dei professionisti”.

D’altronde l’organizzazione non era da poco: Stojancovic, che conosceva meglio il territorio, faceva spesso da basista, cambiavano molto spesso l’auto con la quale eseguivano i sopralluoghi, in un anno ne hanno usate sette, prese a Brescia, Milano o Torino, così da provare a svicolare in caso di controlli. ‘Testavano’ le case, suonando ai citofoni e chiedendo se ci fossero case in vendita, oppure con la scusa di vendere uova a domicilio.

In un paio di occasioni si sono spostati fuori provincia, nel Rodigino e nel Padovano, per il resto agivano a Ferrara, tra il capoluogo, Copparo e il territorio di Tresignana.

A parte un orologio Rolex, la refurtiva non era mai di altissimo valore di per sé, più spesso ne aveva a livello affettivo per le vittime (fedi nuziali, qualche collana ricordo di famiglia), ma non di meno i quattro selezionavano cosa rubare, scartando la bigiotteria.

Peraltro, sia Valentina Stojancovic che Miki Marinkovic sono risultati essere percettori del reddito di cittadinanza, senza averne effettivo diritto, e per questo sono state già avviate le opportune verifiche e procedure per la revoca e le conseguenti sanzioni. Per Stojancovic sono al vaglio altre misure di tipo preventivo perché i carabinieri sospettano che abbia acquistato una casa nel copparese sfruttando proprio i soldi fatti con i furti.

Ora tutti e quattro, su ordinanza del gip Vartan Giacomelli e richiesta del pm Stefano Longhi, si trovano in carcere, distribuiti tra Ferrara, Bologna e Torino.

La chiusura dell’indagine ha fatto bene anche numeri dei carabinieri: “Siamo al 9% di furti in abitazione scoperti nella provincia a fronte di una media nazionale del 4,5%”, spiega il tenente colonnello Mauro Maronese, comandante del Reparto Operativo di Ferrara che, prendendo spunto dalle modalità di azione della banda, ricorda la necessità di “prestare bene attenzione nel chiudere bene le finestre e le porte di casa prima di uscire”.

Un plauso all’Arma copparese arriva dal sindaco Fabrizio Pagnoni: “A nome dell’Amministrazione comunale e della comunità tutta – dice il primo cittadino in una nota – desidero complimentarmi con l’Arma e con i Carabinieri della Compagnia di Copparo per lo straordinario esito dell’operazione ‘Day Thefts’. E voglio ringraziare i militari per il loro lavoro, condotto quotidianamente con professionalità e passione, e in particolare per questa indagine, seguita per mesi con grande caparbietà e assoluta competenza”.

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