Cronaca
10 Settembre 2021
Proseguono le indagini della procura per chiarire tutti gli aspetti e le eventuali responsabilità della morte del 29enne di Pieve di Cento

Suicidio in carcere, al vaglio la posizione di una decina di persone

di Daniele Oppo | 2 min

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Sono al vaglio da parte della procura le posizioni di circa una decina di dipendenti a vario livello del carcere che hanno intrecciato il loro cammino professionale con le ultime ore di vita di L.L., il 29enne di Pieve di Cento, morto suicida il 1° settembre all’Arginone, dove era stato ristretto in attesa della convalida dell’arresto.

Le indagini hanno l’obiettivo di sciogliere ogni dubbio sulla morte del 29enne, verificando anche se effettivamente non avesse dato segnali sulla sua volontà di farla finita e, in caso affermativo, se non vi siano state mancanze nel prestargli assistenza mentre era in custodia. Al momento non risultano iscrizioni formali nel registro degli indagati da parte della procura – il fascicolo è passato dalle mani della pm Ombretta Volta a quelle del procuratore capo Andrea Garau – ma le cose potrebbero cambiare quando verrà disposta l’autopsia per dare modo alle persone coinvolte di avere le più ampie garanzie difensive.

L’uomo, residente a Cento, era stato portato in carcere a seguito dell’arresto in flagranza effettuato all’alba del 31 agosto da parte dei carabinieri: in casa e nell’auto aveva due chilogrammi di marijuana, 161 grammi di hashish, 16mila euro in contanti e anche una pistola semiautomatica risultata rubata e munizioni. Alle 15 del giorno successivo è stato trovato privo di vita nella cella della sezione ‘nuovi giunti’, dove si era impiccato usando un lenzuolo.

 

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