Cronaca
4 Marzo 2020
Il 36enne alla sbarra per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, prosciolto per incapacità di intendere e volere

Sfascia la camera di sicurezza dell’ospedale e finisce in tribunale

di Elisa Fornasini | 1 min

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Ha dato in escandescenze all’ospedale di Cona fino ad arrivare a sfasciare la camera di sicurezza in cui è stato ricoverato. Una giornata movimentata per il paziente A.A., nato nel 1983 in Ghana, finito alla sbarra per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento e prosciolto poiché incapace di intendere e volere.

L’episodio risale al 26 agosto del 2018 quando l’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Altieri, viene ricoverato al Sant’Anna per una grave patologia al fegato. In poco tempo inizia a infastidire gli altri pazienti, tanto da richiedere l’intervento delle guardie giurate in servizio all’ospedale.

Non riuscendo a riportarlo alla calma intervengono i carabinieri, verso i quali oppone resistenza. Considerato il forte stato di agitazione, arriva anche lo psichiatra per somministrare il sedativo.

Una volta sedato, il 36enne viene trasferito nella camera di sicurezza dell’ospedale ma, una volta passato l’effetto, finisce per sfogarsi su quello che trova nella stanza: il letto, il water, il vetro della finestra.

Il giudice Andrea Migliorelli, sentita la ricostruzione della pm Stefania Borro, riconosce la totale incapacità di intendere e volere dell’imputato, affetto da encefalopatia epatica, ed emette la sentenza di proscioglimento.

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