Politica
11 Febbraio 2020
Il critico d'arte replica a Ronchi e Diolaiti: "Convenzione sul modello dei normali accordi tra musei. Per me la mostra è un regalo alla città"

Sgarbi: “Corte dei Conti? Assurdo: il Comune guadagnerà da questo accordo”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Vittorio Sgarbi al fianco dell’assessore alla cultura Marco Gulinelli

“Corte dei Conti? È assurdo anche solo pensarci perché le mostre al Castello Estense arricchiranno questa città, e non certo il contrario. Gli articoli che vengono contestati sono la prassi di tutti i normali accordi tra musei: in questo caso abbiamo preso spunto dall’ultimo accordo stipulato col Mart di Rovereto”. Non si fa attendere la replica di Vittorio Sgarbi alle critiche di Alberto Ronchi e Barbara Diolaiti dell’associazione Piazza Verdi, che chiedono pubblicamente al sindaco Alan Fabbri di ritirare gli accordi per le prossime esposizioni in Castello a causa dello “squilibrio” della convenzione, che giudicano troppo sbilanciata in favore della Fondazione Cavallini – Sgarbi a discapito del Comune di Ferrara.

“Non c’è alcun tentativo di monopolio da parte della nostra fondazione – afferma Sgarbi -, perché di fatto stiamo cercando di fare quello che mi propose vent’anni fa Giorgio Dall’Acqua quando era presidente della Provincia, e diceva che il Castello era troppo vuoto e andava riempito con delle opere. Parliamo di opere del Guercino, di Boldini, Previati o De Pisis, di sculture come quella di Niccolò Dell’Arca che ci è stata richiesta dal Louvre, ma che evidentemente a qualche finto ferrarese non piacciono”.

Il politico e critico d’arte di Ro Ferrarese insomma nega qualunque ritorno personale o economico nell’allestimento in Castello e non nasconde che potrebbe diventare una sorta di ciclo di esposizioni semi-permanenti. “Per me si tratta di un regalo alla città, che ha bisogno di valorizzare il proprio patrimonio culturale. Le royalties che avremo (circa 2 euro su 12 di biglietto, ndr) serviranno a finanziare i costi della Fondazione e le tutele e le assicurazioni che chiediamo al Comune servono per non rischiare di rimetterci”.

Sgarbi si dice sicuro del fatto che la collezione aiuterà il Castello a incrementare le visite e difende la scelta di puntare a un aumento del prezzo di ingresso: “Mi sono stupito quando ho saputo che per andare a vedere la mostra di De Nittis ai Diamanti si pagavano 13 euro e per il Castello, dove c’è anche la mostra su Previati, 8 euro. Non posso pensare che il Castello Estense con tanto di esposizione non abbia la stessa dignità della mostra ai Diamanti: è una cifra molto bassa rispetto a musei anche di livello inferiore. Non credo sia eccessivo pensare a un biglietto da 12 euro, di cui 8 sono per il Castello, 2 per la mostra su Previati e altri 2 per quella della nostra Fondazione. Personalmente sarei favorevole anche a diversificare l’offerta, per esempio lasciando l’ingresso al Castello gratuito per i ferraresi, che pagherebbero solo per le mostre”.

Per il critico d’arte una maggiore offerta artistica insieme al “legittimo aumento” del prezzo dei biglietti potrebbe portare le entrate del Castello ad aumentare considerevolmente, con benefici economici anche per il Comune e allontanando così ogni possibile rilievo della Corte dei Conti. “E in ogni caso – ci garantisce Sgarbi – si tratta di accordi che insieme al Comune possiamo rivedere e rimodulare, a seconda delle necessità e degli equilibri economici che interverranno”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore alla cultura Marco Gulinelli, che sottolinea anche la necessità di “uniformare” l’offerta dei vari poli culturali della città: “È assurdo che oggi il Castello chiuda alle 16:30, vogliamo che rimanga aperto a lungo e che cittadini e turisti possano sempre vederlo al suo massimo splendore. Abbiamo studiato coi notai una formula per mantenere basso il massimale delle assicurazioni e si tratta di un’operazione che farà guadagnare il Comune. L’unico conflitto di interesse che ci potrebbe essere sarebbe una pubblicazione del catalogo della mostra da parte de La Nave di Teseo (la casa editrice diretta da Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio, ndr), ma ci è stato già garantito che sarà un’altra casa editrice a occuparsene”.

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