Eventi e cultura
30 Gennaio 2020
Convenzione tra Comune di Ferrara e Fondazione Cavallini per cinque mostre. Gulinelli: "Riportiamo un patrimonio straordinario in città". Fornasini: "Grande opportunità per cultura e turismo"

La collezione Sgarbi si accaparra il Castello fino al 2024

di Elisa Fornasini | 3 min

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Non sarà la sede permanente richiesta a gran voce da Vittorio Sgarbi, ma la Fondazione gestita dalla sorella Elisabetta si accaparra il percorso museale del Castello Estense fino al 2024, tanto dura la convenzione che verrà stipulata tra il Comune di Ferrara e la Fondazione Cavallini Sgarbi.

L’accordo, che ha già incassato il via libera della giunta e diventerà ufficiale dopo l’approvazione del bilancio, mette a disposizione oltre 500 opere tra dipinti, sculture e oggetti di pregio – dal valore assicurato di 54 milioni di euro -, vincolate dalla Soprintendenza del Mibact sui 4mila pezzi che compongono la collezione custodita in parte nella casa di Ro.

“Con questo percorso di collaborazione avviato da cinque mesi, rivendichiamo il merito di aver riportato la collezione Cavallini Sgarbi nella sua città – annuncia in pompa magna l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli -; un obiettivo mai raggiunto dalle precedenti amministrazioni che, a parte una mostra nel 2018 che ha richiamato oltre 40mila visitatori in Castello, si sono ‘arenate’ e non hanno saputo ‘approfittare’ di questo patrimonio straordinario e inimitabile“.

In prestito 274 dipinti, 195 sculture, 14 disegni e altri oggetti pregevoli firmati da 320 artisti attivi tra il 1250 e il 1980 da esporre in cinque percorsi tematici nelle sale del Castello. In pratica una mostra all’anno per cinque anni: “La scultura dell’Ottocento e Novecento da Lorenzo Bartolini a Bruno Innocenti” nell’estate 2020, “Il Barocco. Pitture e sculture tra Seicento e Settecento” nel 2021, “Dalle maschere federiciane al Rinascimento. Dipinti e sculture dal Duecento al Cinquecento” nel 2022, “La pittura del Novecento. Dai valori plastici alla nuova bellezza” nel 2023 e “Le donne. La figura femminile dal Rinascimento a oggi” nel 2024.

La collezione – sotto il vincolo di eccezionale interesse storico artistico dell’arte italiana motivato dal Ministero per il “carattere identitario che ha assunto per la stessa città” – rappresenta una “grande opportunità da cogliere per incrementare l’offerta culturale e turistica del nostro territorio, in cui crediamo molto” assicura l’assessore al Turismo Matteo Fornasini, pronto a “lavorare anche per il rinnovo della convenzione in scadenza con la Provincia”. “Abbiamo lo stesso interesse, valorizzare il monumento simbolo” conferma la presidente della Provincia Barbara Paron.

Un “arricchimento importante” aggiunge Ethel Guidi, dirigente Settore Cultura e Turismo, “in un periodo difficile per i contenitori culturali chiusi per lavori” come palazzo Schifanoia, che riaprirà parzialmente a marzo, e il Diamanti che chiuderà dopo l’estate, ovvero dopo la mostra di Banksy.

“Sarà un gioioso arrivederci con un genio ricercato e controcorrente come Andy Warhol” anticipa Gulinelli che oltre ad aprire ai curatori privati – “non per fare mostre blockbuster ma per valorizzare le diverse competenze, Ferrara Arte rimane l’attore principale dell’organizzazione ma non è in grado di fare tutti gli allestimenti” – valuta la “possibilità di allestimenti a palazzo Bonacossi e palazzo Koch come alternativa al Diamanti”.

Anche questo proposto dall’amico fidato nonché presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi che per promuoverne l’elezione alle amministrative affermava in campagna elettorale “Vota Sgarbi, scrivi Gulinelli”. E ora si scrive la convenzione, “fortemente voluta dal Comune che, a fronte del prestito della collezione, corrisponderà alla Fondazione una royality sul biglietto di ingresso al museo del Castello”, ovvero una percentuale sui ricavi dei biglietti pari al 20%.

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