Cronaca
18 Dicembre 2019
La testimonianza della minore dà il via all'indagine della Squadra Mobile che scopre una tratta di esseri umani dalla Nigeria a Ferrara. Giovani costrette con riti woodoo a prostituirsi in zona via Bologna e in un appartamento al grattacielo 

Prostituzione, individuate due sfruttatrici. Tra le vittime una 15enne

di Elisa Fornasini | 4 min

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Reclutava giovani nigeriane, anche minorenni, nel loro paese con la promessa di trovare lavoro in Italia, le ricattava con riti voodoo e una volta sbarcate le costringeva a prostituirsi in strada, nella zona di via Bologna, e in un appartamento al grattacielo. È il traffico di esseri umani per lo sfruttamento della prostituzione sgominato dalla Squadra Mobile della questura di Ferrara in collaborazione con la procura di Bologna.

L’indagine della polizia di Stato, iniziata nel gennaio del 2018 attraverso intercettazioni telefoniche, si è conclusa con due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due sfruttatrici nigeriane – conosciute come Ella, 26 anni, tuttora ricercata e Mama, 39 anni, arrestata lo scorso 9 dicembre e che ha già patteggiato – e con due indagati per riciclaggio di denaro, verosimilmente provento dello sfruttamento che ha coinvolto una decina di giovani donne.

La posizione più grave è quella di Ella, non ancora rintracciata, accusata di tratta di esseri umani, sfruttamento aggravato della prostituzione, prostituzione minorile e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Era lei che, ricorrendo a false promesse di prospettive di lavoro, reclutava e introduceva irregolarmente le giovani nigeriane, gestendo la tratta via terra fino alla Libia e via mare fino alle coste siciliane, in contatto con altri trafficanti. Un “trattamento inumano e degradante”, dichiara il dirigente della Squadra Mobile Andrea Crucianelli, scoperto grazie alla testimonianza di una vittima di 15 anni.

La minore, venduta dal padre e ‘prigioniera’ di un rito woodoo che l’ha legata alla sua carnefice, è sbarcata nel giugno 2017 ed è stata subito costretta a vendersi in strada, in una piazzola di sosta nelle parti di via Bologna, vicina all’appartamento di Ella che poteva così tenerla sotto stretto controllo e pretendere gli incassi della serata, 20-30 euro a prestazione, per riscattare un debito di 20mila euro pagato per il viaggio.

In tre mesi di inferno, la 15enne ha consegnato alla sua aguzzina 2mila euro. E poi, convinta da un connazionale, nel settembre 2017 è andata in questura a chiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. È così che si scopre la sua vera età (Ella aveva falsificato i documenti, inserendo come data di nascita 1999 al posto del 2002 per farla risultare come maggiorenne) e viene affidata al Gam per essere inserita nel percorso per minori stranieri non accompagnati.

Una volta uscita dal giro di sfruttamento, la 15enne ha superato la paura ed è stata convinta dalle operatrici a collaborare con gli agenti. “Ci sono voluti tre incontri prima di avere racconto lineare e credibile” conferma Crucianelli che, grazie alla testimonianza della 15enne e all’analisi del cellulare, riesce a ricostruire il giro di clienti (per lo più ferraresi, 4-5 quelli più ‘affezionati’), a identificare Ella, che aveva da poco abortito all’ospedale di Cona, e a reperire i nomi di altre vittime al grattacielo.

Scatta il controllo nel grattacielo e in effetti vengono trovate altre due ragazze nigeriane di 27 anni che si prostituivano per Ella da febbraio 2018. Altre donne non sono state identificate, ma il giro di prostituzione in mano a Ella coinvolgerebbe almeno una decina di giovani tra Ferrara e Vicenza (anche qui sono state identificate due giovani di 24 e 26 anni, altre non identificate).

Ed è proprio qui che entra in gioco Mama, accusata di sfruttamento aggravato della prostituzione. Ella infatti chiama Mama per chiederle ospitalità per una ragazza nel giro di Vicenza, e Mama acconsente, basta ‘lavorare’ sia in strada che nell’appartamento al grattacielo su prenotazione, insieme ad altre quattro nigeriane tra i 22 e i 25 anni. E forse ne sarebbero arrivate anche altre perché, sempre tramite le intercettazioni, si scoprono pressioni dalla Nigeria per far arrivare nuove ragazze.

Mama gestiva inoltre la pratica di aborti, consigliando alle sfruttate rimaste incinte di ingerire pasticche di Cytotec per procurare l’aborto. Un episodio eloquente, registrato dalle telecamere della zona Gad, risale al 30 aprile 2018 quando una giovane incinta che si è sentita male dopo aver assunto il farmaco è stata abbandonata nei giardini del grattacielo, dove sono intervenuti i soccorsi del 118 su telefonata anonima della stessa Mama.

Indagati infine un uomo e una donna a piede libero per riciclaggio di denaro, anche se non risultano collegamenti con l’operazione Wall Street. I due nigeriani sono stati fermati all’aeroporto di Bologna mentre trasportavano grosse cifre di denaro, verosimilmente i proventi dello sfruttamento da portare in Nigeria. Paese in cui il re Oba Ewuare II, ossia la massima autorità religiosa del popolo Edo, ha emanato lo scorso anno un editto che vieta ai sacerdoti di praticare i riti woodoo. Un editto che aveva preoccupato la stessa Ella, che se ne lamentava al telefono in maniera sprezzante e truce.

Una spregiudicatezza riscontrata in più occasioni – come quando voleva iniziare alla prostituzione una minore tra i 12 e i 15 anni incita o quando ha definito i “rischi del mestiere” un eventuale naufragio in mare – e che ha addirittura portato Ella a spedire, tramite il suo avvocato, una lettera all’Asp in cui si spacciava per la sorella della 15enne per rintracciarla attraverso i servizi sociali, che ovviamente non hanno fornito l’ubicazione della vittima protetta. E che era considerata dalla sua aguzzina “la gallina dalle uova d’oro” per via della giovane, giovanissima età.

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