Trovata morta al Grattacielo. C’è l’ombra dell’overdose
Tragedia in zona Gad, dove una giovane donna italiana è stata ritrovata senza vita in un pianerottolo della Torre A del Grattacielo
Tragedia in zona Gad, dove una giovane donna italiana è stata ritrovata senza vita in un pianerottolo della Torre A del Grattacielo
Adescava le sue vittime in stazione, chiedendo loro un passaggio in automobile o proponendo rapporti sessuali a pagamento, e poi le rapinava del portafoglio che tenevano nelle tasche posteriori dei pantaloni
Nella nuova operazione interforze compiuta il 2 maggio su disposizione della Prefettura di Ferrara sono state impiegate sette pattuglie, nonché 14 tra agenti e militari della Questura, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale Terre Estensi
Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, ottenendo così un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecando un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro
In un'occasione, davanti agli occhi del figlio minore, l'avrebbe aggredita con spinte e calci, provocandole ferite al volto e lividi alle gambe, mentre in un'altra circostanza avrebbe provato a sferrarle un calcio allo sterno, che fortunatamente lei riuscì a evitare
“Pensavo che fosse uno scherzo, poi ho fatto una visura camerale e ho scoperto che era proprio così: ero consigliere di amministrazione dal 2010, pur non avendo mai firmato né chiesto nulla”. È il racconto reso mercoledì pomeriggio ai giudici da Valentina Marini, l’educatrice dalla cui denuncia è nato il processo sui falsi verbali alla Acli Le Coccinelle, che vede imputati per il reato di illecita influenza sull’assemblea gli ex amministratori Mirco Rubbi e Paola Coluzzi, fondatrice della coop insieme al marito, l’ex assessore e oggi consigliere comunale d’opposizione Aldo Modonesi.
Marini, che è parte civile nel processo rappresentata dall’avvocato Federico Battistini dello studio Bolognesi, rispondendo alle domande del pm Fabrizio Valloni ha raccontato di essere venuta a conoscenza della cosa perché delle sue colleghe le avevano rivelato di averlo scoperto facendo a loro volta una visura, preoccupate per i ritardi nel pagamento dei compensi. Scoprì anche che la vicepresidente della coop era una sua collega, Maria Federica Bego, anche lei sentita anche lei in udienza come testimone, era addirittura vicepresidente. Anche lei a sua insaputa, come a loro insaputa altre educatrici risultavano socie, senza aver mai fatto richiesta o accettato di esserlo. E nessuno ha mai dato loro una spiegazione.
Su esplicita domanda della difesa di Coluzzi – avvocato Riccardo Caniato – nessuna delle testimoni ed ex lavoratrici della coop, oggi in liquidazione coatta amministrativa e con passivo ancora di 700mila euro dopo la vendita dei beni mobili e di un ramo d’azienda, è mai stata chiamata a rispondere personalmente dei debiti della società. Il tutto è testo evidentemente a dimostrare che, anche ammettendo la fondatezza delle accuse, nessun profitto personale o per la cooperativa – richiesti esplicitamente dalla norma per configurare il reato – sarebbe sorto dalle condotto considerate illecite dall’accusa. Anche per questo sempre la difesa Coluzzi ha mostrato come l’imputata abbia una vertenza in corso con Veneto Banca (o quel che ne rimane) per ripagare la fideiussione da 36mila euro sottoscritta con l’apertura di un affidamento bancario per la cooperativa.
La difesa Rubbi (avvocato Paolo Pavani) ha invece presentato una consulenza calligrafica per dimostrare che le firme del proprio assistito su due verbali d’assemblea sarebbero false.
Si torna in aula l’11 dicembre per la conclusione dell’istruttoria e l’avvio della discussione.
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