Attualità
2 Ottobre 2019
Donazioni in calo ma trasfusioni in aumento, pesa il Day Hospital della talassemia. Oltre l'80% di donatori di midollo osseo sono under 25

Sangue, Avis lancia l’allarme: “Ferrara non è autosufficiente”

di Elisa Fornasini | 3 min

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La provincia di Ferrara non è autosufficiente per le trasfusioni di sangue: nel 2018 sono state raccolte 21490 sacche, 300 in meno rispetto all’anno precedente, a fronte delle 23284 unità trasfuse. Un “dato negativo che va affrontato” anche se “fortunatamente il sistema regionale ci consente di compensare questo nostro deficit“.

L’allarme è lanciato dall’Avis di Ferrara, convocata in commissione consiliare per fare il punto sulla raccolta sangue, “la nostra mission principale insieme alla sensibilizzazione sulla prevenzione e corretti stili di vita”.

L’associazione a livello locale conta oltre 12mila soci “ma ogni anno perdiamo oltre mille donatori per motivi di salute, raggiunti limiti di età o trasferimenti” mette in guardia il presidente dell’Avis provinciale, Davide Brugnati, che non nasconde le “difficoltà di sostituire le persone e quindi di garantire lo stesso livello di raccolta sangue“.

Gli sforzi dell’associazione di volontariato si scontrano con la “convinzione errata che il sangue sia sempre disponibile, ma per una persona che non dona ce n’è un’altra che rischia di morire per mancanza di sangue” sottolinea il presidente avisino che riscontra un “trend di abbandono diffuso in tutte le fasce d’età ma soprattutto tra i 35 e 45 anni, mentre si avvicinano molti ragazzi dai 18 ai 25 anni che poi perdiamo quando traslocano per motivi di studio o lavoro”.

Se l’Emilia Romagna raggiunge l’autosufficienza trasfusionale e può essere solidale verso le altre regioni con trasferimenti quotidiani a Sicilia, Sardegna, Calabria, Lazio e Toscana – nonostante una riduzione da 250mila a 215mila unità dal 2013 a oggi, a causa dell’adeguamento ‘sanguinoso’ delle strutture per l’accreditamento – a Ferrara pesa il Day Hospital della talassemia a Cona.

“Con una media ferrarese di 21mila unità raccolte annualmente, dobbiamo far fronte a 300 pazienti talassemici, di cui oltre 200 trasfusioni dipendenti: per fare una proporzione, delle 23mila trasfusioni effettuate l’anno scorso, 6500 sono collegabili a pazienti talassemici, 11mila ad altri ricoverati a Cona, 4300 all’Ausl e 490 alle case di cura” rendiconta il direttore del Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliero-universitaria Maurizio Govoni.

Dati alla mano sui 16 punti di raccolta nel territorio estense, sui diversi utilizzi nell’area medica, chirurgica, emergenza-urgenza, materno-infantile e ambulatoriale-domiciliare, e su altri componenti preziosi come piastrine e plasma, arrivano dati confortanti dal registro donatori di midollo osseo che porta Ferrara a livelli soddisfacenti: dei 52mila donatori in Emilia Romagna, 6600 sono ferraresi, di cui l’83% ragazzi dai 18 ai 25 anni grazie all’attività di Admo che ha portato a termine 29 donazioni negli ultimi anni.

Al termine dell’informativa in commissione, presieduta dal consigliere Tommaso Mantovani (M5S) e dall’assessora alle Politiche sociali Cristina Coletti, il capogruppo FdI Federico Soffritti rimarca la propria disponibilità a donare il midollo (“sono inserito nel registro da quando ho 18 anni ma non mi hanno ancora chiamato a causa della mancanza di compatibilità”) mentre il presidente dell’Avis comunale Sergio Mazzini lancia l’ultimo appello: “Siamo una bella squadra, radicata sul territorio, ma è il momento di sfruttare al meglio il patrimonio dell’università che potrebbe rappresentare un bacino importante di donatori”.

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