Prodi a Ferrara: “Bisogna dialogare con il lupo”
Un’idea di Europa che sappia cantare in coro, quella auspicata da Romano Prodi a Ferrara, davanti alle 150 persone presenti ad ascoltarlo
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Uno scontro tra due auto in via del Mare a Tresigallo è risultato fatale per la cinquantanovenne Monica Quattrini.
Si è svolta ieri (22 maggio) con grande partecipazione in tutta l'Emilia-Romagna la giornata di sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa Aiop e Aris, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl
È riuscito a salire sopra il tetto della casa circondariale di Ferrara, dopo aver spintonato i poliziotti penitenziari che in quel momento stavano sorvegliando, con l'obiettivo di inscenare un gesto dimostrativo tramite cui ha voluto chiedere il trasferimento in un altro penitenziario
Nell’ambito dei lavori Anas di ripristino e implementazione della segnaletica verticale, già in parte eseguite questa settimana, sono previste nuove chiusure temporanee notturne di alcuni svincoli del Raccordo Autostradale 8 “Ferrara – Porto Garibaldi”
“Però se avesse voluto ucciderla, l’avrebbe uccisa”. Bruno Vespa ha lasciato decisamente fuori dalla porta la sensibilità e il rispetto per una donna vittima di un tentato omicidio e oggetto di un altro piano criminale con lo stesso fine, ordito dal carcere dal medesimo uomo, il suo ex compagno.
A sentirsi dire in faccia una cosa del genere è stata infatti Lucia Panigalli, ospite di Porta a Porta nella puntata andata in onda martedì sera, dopo Matteo Renzi, intervista dal giornalista con toni tali – tra risolini e tendenza a sminuire la gravità dei fatti – da aver attirato naturalmente un vespaio di critiche.
Quella risposta la signora Panigalli – che oggi vive guardata a vista dai carabinieri dopo che l’ex compagno, Mauro Fabbri, ha finito di scontare la pena ed è finito in libertà vigilata per aver comunque tentato di farla ammazzare mentre era in carcere – se l’è sentita dare dopo che aveva spiegato come Fabbri avesse tentato di ucciderla la prima volta, ormai dieci anni fa, accoltellandola alla gola e di come lei si fosse salvata perché si era protetta.
E ancora, come se fosse davvero valsa la pensa sottolinearlo, Vespa si è prodigato a dire che “bé 18 mesi sono un bel flirtino però eh”, mentre la Panigalli raccontava del primo tentato omicidio al culmine di un’aggressione, che lei pensava inizialmente fosse uno scherzo, “dopo una relazione che è stata poco più di un flirt, durata 18 mesi, in età adulta”.
E poi, dopo aver appena visto a tutto schermo una foto della Panigalli col volto tumefatto, “posso chiedere di che cosa si era innamorata?”, ha chiesto Vespa, e quando la signora ha risposto “ma sa che me lo chiedo anche io?”, il conduttore non ha avuto di meglio da rilevare, in tono leggero, che “vabbè dai, 18 mesi, insomma… è un anno e mezzo eh”.
Basta? No, perché Vespa chiede anche: “Ma era così follemente innamorato di lei da non volerla dividere se non con la morte di fatto? Fin che morte non ci separi, come si dice”. E alla signora Panigalli non è rimasto allora che ribadire l’ovvio: “Quando sento associare la parola amore a questi fatti, mi si accappona la pelle”.
“Un’intervista del genere questa donna non se la meritava – scrive Giulia Mengolini su LetteraDonna -. Nessuna donna se la sarebbe meritata. Un’intervista del genere non avrebbe dovuto proprio essere trasmessa. Per rispetto di tutte le vittime. E non possiamo accettare che passi inosservata, senza conseguenze per un giornalista che si permette di sminuire la paura di morire di una sopravvissuta, di sorridere mentre lei gli affida il suo terrore, e di non sapere che un tentato omicidio non può essere accostato a un amore folle”.
Mentre per Vespa di meglio pare non si potesse fare. “Sono sorpreso e indignato – afferma, secondo quanto riporta La Repubblica – da alcune reazioni alla mia intervista di ieri sera alla signora Lucia Panigalli. Se c’è una trasmissione che dalle sue origini si è fatta portavoce della tutela fisica e morale delle donne vittime di violenza questa è Porta a porta. Abbiamo invitato la signora proprio perché il suo caso è clamoroso e allo stato la legislazione non è in grado di proteggerla in maniera adeguata. È gravissimo che si voglia estrapolare una frase da un dialogo complessivo di grande solidarietà e rispetto. La risposta migliore a queste calunnie sono i ringraziamenti che abbiamo ricevuto dalla signora e dal suo avvocato”.
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