Gioco dell’oca. Cronaca ferrarese di fine agosto
Certo per concepire una città alla stregua del proprio cortile di casa, e inchiavardarne gli ingressi per custodirvi dei musicisti come se fossero polli, ci voleva un bel coraggio
Certo per concepire una città alla stregua del proprio cortile di casa, e inchiavardarne gli ingressi per custodirvi dei musicisti come se fossero polli, ci voleva un bel coraggio
Sala gremita di persone per la presentazione della monoposto elettrica da competizione costruita da Ferrara Squadra Corse, un progetto di Formula Student dell'Università di Ferrara coordinato dal professore Alessio Suman del Dipartimento di Ingegneria di Unife. Sono circa quaranta gli studenti che hanno lavorato a questo progetto, giovani che frequentano le facoltà di economia, ingegneria, informatica, matematica e architettura.
In occasione della Settimana Europea dello Sport, la città estense celebra il mondo sportivo a 360 gradi con la prima edizione del Ferrara Sport Festival, dal 25 al 28 settembre
Tappa ferrarese della manifestazione "Tramonto DiVino" in programma per mercoledì 10 settembre dalle 19 in piazza Municipio, dedicata quest'anno agli abbinamenti al sapore di mare
Una città sempre più aperta, inclusiva e senza barriere: è questo l’obiettivo del nuovo progetto per il turismo accessibile, frutto della collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ferrara
“Da quando hanno spostato le prime famiglie a Monestirolo non è più venuto nessuno a portare via i rifiuti. Sono stato in questo campo per più di 20 anni e non era mai successo, ora sì che qui i bambini rischiano di ammalarsi”: gli ultimi nomadi rimasti in via delle Bonifiche scuotono la testa osservando i cassonetti pieni e le montagnole di rifiuti che ormai da settimane hanno iniziato ad accumularsi sul vialetto di ingresso. “Siamo ancora in sei famiglie qui e non abbiamo ancora ricevuto nessuna comunicazione su quando e dove verremo trasferiti. Se hanno cambiato idea basta che ce lo dicano, ma nel frattempo chiediamo al Comune che faccia tornare il camion che veniva ogni tanto a prendere la spazzatura, non possiamo vivere in queste condizioni”.
E la situazione in effetti è piuttosto paradossale, se si considera che – almeno ufficialmente – il motivo dello sgombero del campo erano proprio le cattive condizioni a livello di sicurezza e igienico-sanitarie riportate nelle relazioni di Asl e vigili del fuoco, che avevano spinto il sindaco Fabbri a firmare l’atto con l’obiettivo di “prevenire danni alla loro incolumità fisica e per la loro salute e per salvaguardare la sicurezza pubblica”. Allo stato attuale però le condizioni igieniche del campo appaiono notevolmente peggiorate, dal momento che dopo l’ordinanza di sgombero è completamente cessato il servizio di raccolta rifiuti, anche se il campo è ancora abitato. E dalle montagne di rifiuti all’ingresso del campo si alza un fetore che di certo non può lasciare indifferenti.
A un mese dall’emanazione dell’ordinanza, la situazione reale è insomma ancora molto diversa da quanto previsto nell’atto, che prevedeva ad esempio di provvedere “immediatamente alla completa rimozione dei rifiuti, alla pulizia, disinfestazione e sanificazione dell’intera area comunale ed alla messa in sicurezza dei fabbricati dichiarandoli, in considerazione dello stato di conservazione e di degrado sotto il profilo strutturale, temporaneamente inagibili; il divieto di qualsiasi attività umana all’interno dell’area; di vietare qualunque fornitura o captazione di acqua per qualunque uso, fino al ripristino delle condizioni di normalità e di sicurezza”. Non solo infatti il campo è ancora abitato e le utenze sono tuttora attive, ma sul fronte della pulizia e sanificazione dell’area la situazione sembra essersi decisamente aggravata dopo l’intervento della giunta.
Al momento del nostro arrivo al campo è presente anche Paride, uno dei sinti che sono stati trasferiti a Monestirolo: è qui per continuare a smontare la casa di legno in cui abitava e spiega che non è vero, come è circolato negli ultimi giorni, che alcune famiglie sono tornate a vivere nel campo: “Facciamo avanti e indietro per venire a trovare i nostri amici, è normale visto che ci conosciamo tutti da 20 anni. E poi io sono qui perché devo smontare tutta la mia casa e darla a quelli della cooperativa, che la useranno in altro modo. Come sto a Monestirolo? A dire la verità male: ci hanno messo in un posto che è arredato come un appartamento, ma in realtà era un garage. Si stava meglio qui, ma non possiamo mica ribellarci. A me daranno anche 20 euro al giorno per la ‘nafta’, perché devo portare i bambini a scuola qui a Pontelagoscuro. Ogni giorno sono 40 minuti di auto e 20 euro di nafta: cosa volete che vi dica? Per me è uno spreco”.
Una coppia di coniugi ancora in attesa del trasferimento ci chiede di lanciare un appello per il ripristino del servizio di raccolta dei rifiuti: “Io un po’ le capisco le persone che hanno paura dei nomadi – afferma il marito -, perché c’è anche gente che vive nei campi e che fa cose sbagliate. Sono nati poveri e conoscono solo certi modi per vivere, da quando sono piccoli. Non gli vogliamo difendere, ma in questo campo ci sono anche dei bambini e da un mese nessuno viene più a prendere la spazzatura, non vogliamo che i nostri figli si ammalino. Cosa penso dello sgombero? Che se proprio volevano farlo, potevano prendersi sei mesi, o dieci, e fare le cose per bene invece di correre. Così invece prima hanno fatto tutti gli annunci, e poi sono spariti”.
L’interpellanza del Pd. Il caso è arrivato anche ai banchi del Partito Democratico, con il consigliere Francesco Colaiacovo che ha scritto un’interpellanza al sindaco ricordando che gli assessori Lodi e Coletti “avevano dato ampie rassicurazioni, pur senza dettagliarne i termini, circa il piano messo in atto per il trasferimento delle famiglie allora residenti nel campo” e vista anche la situazione igienica sempre più insalubre del campo chiede “un aggiornamento sulle operazioni di trasferimento delle famiglie attualmente residenti nel campo di via Delle Bonifiche” e di “conoscere le ragioni per cui non viene più effettuato il ritiro dei rifiuti urbani, prodotti dalle famiglie ancora residenti nel campo di via Delle Bonifiche”.
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