Atmosfera rovente per il primo consiglio comunale dell’amministrazione di Alan Fabbri convocato in zona Gad, più per le temperature bollenti raggiunte giovedì sera che per i temi all’ordine del giorno, tutti puramente tecnici e pro forma per l’insediamento ufficiale della giunta e dei 32 consiglieri, tutti presenti tra i banchi ad eccezione dell’unica assenza annunciata del leghista Ciriaco Minichiello.
L’apparato amministrativo si è trasferito all’ombra del grattacielo perché “è giusto essere qui – annuncia il sindaco Fabbri indossando per la prima volta la fascia tricolore tra gli applausi del pubblico, poco meno di 300 persone -, non è stato facile trasferire il consiglio, e per questo ringrazio i dipendenti comunali e le forze dell’ordine, ma era un atto dovuto e promesso in campagna elettorale come segnale di vicinanza al quartiere”.
Era dagli anni ’70 che l’assemblea non lasciava palazzo municipale per traslocare en plein air e questo sancisce in qualche modo l’epoca di cambiamento annunciata dal Carroccio. Nei tre lunghi banchi di legno, un palchetto per la giunta, una quarantina di posti a sedere, una serie di transenne a delimitare l’area, l’apparato audio-video senza voto elettronico, le votazioni a scrutinio segreto si sono svolte con i bigliettini mentre la convalida degli eletti con alzata di mano.
Ad aprire la seduta è il consigliere anziano Benito Zocca del Carroccio che ha proceduto alla lettura dell’elenco degli eletti tra cui i consiglieri subentrati agli assessori in base alle preferenze ottenute alle urne: Annalena Ziosi e Rossella Arquà della Lega al posto di Nicola Lodi e Dorota Kusiak, Massimiliano Guerzoni e Camilla Martenucci di Ferrara Cambia sostituti di Andrea Maggi e Angela Travagli, Federico Soffritti di Fratelli d’Italia ‘surrogato’ di Alessandro Balboni e Diletta D’Andrea di Forza Italia al posto di Matteo Fornasini.
Non sono pervenuti ricorsi di illegittimità o incompatibilità dei candidati, così la convalida delle elezioni scorre veloce, nonostante il ‘sudario’, fino al giuramento del primo cittadino, che come da prassi ha “giurato di osservare lealmente la Costituzione italiana”.
All’unanimità (quasi) sono stati eletti con 30 preferenze i consiglieri Lorenzo Poltronieri della Lega come presidente del consiglio comunale e Dario Maresca del Pd, ma candidato con la lista Gente a Modo, come vicepresidente. L’unica scheda bianca – sembrava che una scheda fosse sparita durante lo scrutinio ma è stata ritrovate qualche minuto dopo – è quella annunciata da Tommaso Mantovani del M5S: “Non ho nessun pregiudizio per eventuali convergenze – spiega il pentastellato nella dichiarazione di voto – ma voterò astenuto per ribadire la terzietà del Movimento 5 Stelle“.
Ringraziato il pubblico “che è la nostra forza”, è tempo della nomina degli otto capigruppo dei gruppi consiliari: Benito Zocca (Lega), Francesco Carità (Ferrara Cambia), Paola Peruffo (FI), Federico Soffritti (FdI), Tommaso Mantovani (M5S), Roberta Fusari (Azione Civica), Dario Maresca (Gente a modo) e Aldo Modonesi (Pd).
In commissione elettorale entrano come membri effettivi Luca Caprini (Lega), Federico Soffritti (FdI) e Simone Merli (Pd) e come supplenti Davide Bertolasi (Pd), Francesca Savini (Lega) e Paola Peruffo (FI). Alla votazione non partecipa il sindaco, come spiegato dalla segreteria comunale, perché ne fa parte di diritto.
I ventagli smettono di sventolare alle 20 in punto, quando viene sciolta la seduta-sauna in una location insolita, nel giorno più caldo dell’anno per il clima e la storia della città di Ferrara, guidata dal centrodestra dopo 74 di ‘storia rossa’. A margine dell’incontro, tra un selfie e una stretta di mano, il sindaco Fabbri anticipa i temi da portare in giunta la prossima settimana: la crisi del Mercatone Uno, l’arrivo dei contributi per il Piano Periferie e il programma dei 100 giorni di governo estense, tra cui le nuove regole per l’assegnazione degli alloggi popolari sul modello del Comune di Bondeno e la famigerata tassa sui passi carrabili.
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