Cronaca
5 Giugno 2019
Sentenza a luglio per il dipendente comunale che faceva il pieno di carburante agli amici. Patteggiamenti e messa alla prova per i compratori-ricettatori

Rivendeva la benzina comprata con le carte rubate al Comune, chiesti tre anni e mezzo

di Daniele Oppo | 2 min

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Tre anni e mezzo. È la condanna che il sostituto procuratore Ciro Alberto Savino ha chiesto per il dipendente comunale a processo per aver rubato cinque carte carburante del Comune e averle usate per fare rifornimento per conto di alcuni amici, ovviamente facendosi pagare il pieno a prezzi molto scontati.

Englebert Balbo – 40enne ferrarese, ex magazziniere e addetto al parco macchine del Comune di via Marconi –  ha scelto il rito abbreviato (difeso dall’avvocato Pasquale Longobucco), dovrà  però aspettare metà luglio, il 17, quando il gup leggerà la sentenza. Su di lui pendono i capi d’imputazione per indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento e di furto aggravato. Il suo difensore ha sollevato delle questioni proprio su due aggravanti, relative l’esposizione alla pubblica fede dell’oggetto della refurtiva e l’uso del mezzo fraudolento, rilevando che le carte non erano esposte alla pubblica fede e che l’imputato fosse comunque autorizzato a entrare nella sede di via Marconi.

Balbo venne arrestato a gennaio dai Carabinieri dopo che l’amministrazione comunale, notando diverse anomalie, denunciò tutto già a partire dall’agosto del 2018.

L’uomo – che dopo l’arresto venne sospeso dal lavoro in attesa di essere licenziato – nei mesi di agosto e settembre dello scorso anno, nonostante fosse assente per malattia, aveva dapprima commesso il furto di cinque carte carburante del Comune (sottratte dalla sede comunale di via Marconi) e, successivamente, in alcune circostanze addirittura con la partecipazione della compagna, aveva effettuato 18 utilizzi delle carte stesse, andando a far rifornimento (presso i distributori Q8 di via Diamantina, via Foro Boario e via Ravenna) con i veicoli degli altri imputati, riempiendo anche delle taniche, chiedendo in cambio un euro al litro. Secondo gli inquirenti in questo modo riuscì a guadagnare circa 2.500 euro.

La moglie (difesa dall’avvocato Valentina Bordonaro) patteggerà 8 mesi con pena sospesa per ricettazione e per i furti contestati. Gli altri ‘amici’ hanno scelto anche loro la strada del patteggiamento (2 mesi per due di loro) o della messa alla prova. Il Comune si è costituito parte civile tramite l’avvocato Vittorio Zappaterra.

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