Aree interne. Calderoni: “Invertire la narrazione, Ferrara abbia il coraggio di uno sguardo nuovo”
Il presidente di Cia-Agricoltori Ferrara Stefano Calderoni interviene sulle Aree Interne dopo la lettera al Parlamento inviata da oltre 140 prelati
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Sono giorni di grande agitazione per i lavoratori di Mercatone Uno, impegnati su diversi piani (locale, regionale e nazionale) insieme a istituzioni pubbliche e sindacati ne tentativo di trovare una soluzione alla drammatica situazione che si è improvvisamente creato dopo l’annuncio del fallimento della Shernon Holding, la società che nell’estate scorsa aveva acquisito i punti vendita dello storico marchio finito in amministrazione straordinaria. Dopo che in mattinata i dipendenti dei tre punti vendita della provincia estense (Ferrara, Mesola e San Giuseppe di Comacchio) hanno dato vita a una manifestazione sotto la prefettura, per sollecitare il governo a prendere provvedimenti urgenti, alle 16 nella sede della Regione a Bologna l’assessore alle attività produttive Palma Costi ha incontrato sindacati e rappresentanti dei Comuni coinvolti nella crisi per discutere dei primi strumenti da mettere in campo a supporto dei lavoratori rimasti senza stipendio.
E non a caso la segretaria della Filcams – Cgil di Ferrara, Lisa Cavallini, spiega che “in questa fase occorre lavorare su due versanti: far ripartire l’attività dei negozi e dare copertura economica ai lavoratori”. Per quanto riguarda il primo punto, la sindacalista spiega che per riaprire le saracinesche dei punti vendita è necessaria una pronuncia del tribunale di Bologna che porti alla riattivazione dell’amministrazione straordinaria del marchio Mercatone Uno. In sostanza una ‘retro-cessione’ dei negozi acquistati un anno fa, come previsto da una clausola di salvaguardia inserita dai tecnici del ministero dello Sviluppo Economico dopo che i primi due bandi per la cessione di Mercatone Uno andarono deserti, lasciando quindi presagire potenziali operazioni a rischio.
La riattivazione dell’amministrazione straordinaria aprirebbe anche la possibilità di richiedere la cassa integrazione, passaggio fondamentale vista la singolare e delicatissima posizione in cui si trovano oggi i lavoratori, che rischiano di non percepire il Tfr. Resta però da chiarire su quali e quante risorse potrà contare l’amministrazione straordinaria per dare continuità operativa ai negozi, soprattutto visti i numerosi debiti verso gli ex fornitori che aspettano ancora di essere saldati.
Appare leggermente meno complicato – se non altro per l’unità di vedute – il discorso da portare avanti in Regione, con sindacati ed enti locali per avviare iniziative a livello territoriale in supporto ai lavoratori: i rappresentanti dei diversi enti hanno in programma un incontro alle 16 per discutere in particolare di contributi per il pagamento degli affitti e sospensioni delle rate dei mutui: due forme di aiuto ai lavoratori di Mercatone Uno che devono essere concordati tra le amministrazioni dei vari Comuni (non solo quelli dove hanno sede i negozi, ma anche quelli dove risiedono i lavoratori coinvolti) e che richiederanno accordi con le banche. In caso di esito favorevole nella richiesta di cassa integrazione, è già stata confermata nelle scorse settimane l’intenzione della Regione di anticipare le risorse che verranno erogate dall’Inps (sempre attraverso accordi bancari) per venire incontro ai lavoratori già da questo mese.
Nel frattempo anche i rappresentanti di sindacati, Comune e Regione hanno partecipato al sit-in sotto alla prefettura, al termine del quale tre delegati dei lavoratori hanno portato le proprie richieste ai rappresentanti del governo. I segretari generali di Cgil e Uil, Cristiano Zagatti e Massimo Zanirato, concordano nella necessità da parte del governo di garantire risposte immediate ai lavoratori: “Si tratta di una vicenda davvero incredibile, anche viste le modalità in cui è avvenuta – afferma Zanirato -, perchè parliamo di un’azienda che doveva essere vigilata e controllata e in cui a un certo punto tutti si ritrovano senza lavoro: ora è fondamentale trovare risposte che non rappresentino solo una soluzione tampone”. Per Zagatti ci troviamo in una fase di “grande preoccupazione, visto l’approccio e l’inadeguatezza mostrata dal governo sul tavolo nazionale. A livello territoriale stiamo cercando di trovare soluzioni che possano dare un po’ di tranquillità ai lavoratori, ma occorre anche più concretezza a livello nazionale”.
Il candidato sindaco del centrosinistra Aldo Modonesi, al fianco dell’assessore Caterina Ferri e del consigliere regionale Paolo Calvano, afferma che “come Comune siamo pronti a fare da ponte tra le diverse istituzioni e con aiuti immediati per venire incontro ai lavoratori in questa vicenda che ha dell’incredibile e che in queste settimane non ha ancora ricevuto risposte concrete. Ieri il ministro degli Interni a Ferrara si è detto stupito della situazione, ma forse ne dovrebbe parlare col suo collega vicepremier al ministero per lo sviluppo economico”.
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