Politica
18 Maggio 2019
Riemerge il problema della mancata equiparazione tra risparmiatori delle banche in liquidazione e in risoluzione. Il deputato Pd: “Gli indennizzi siano degli anticipi”

Gli emendamenti di Marattin al ‘decreto Crescita’ per salvaguardare gli azzerati Carife

di Daniele Oppo | 2 min

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Neppure il decreto Crescita sembra costituire un approdo sicuro per gli azzerati Carife. Neppure lì, come già nella Legge di Bilancio, è prevista l’equiparazione tra risparmiatori delle banche poste subito in liquidazione e quelli delle banche poste prima in risoluzione, come i ferraresi, che continuerebbero così a rischiare di essere esclusi dai risarcimenti.

Il caso era stato sollevato dal deputato Pd Luigi Marattin all’indomani dell’approvazione della Legge di Bilancio e ora lo ripresenta tale e quale, proponendo la modifica dell’articolo 36 del dl Crescita, chiedendo di inserire un comma “2-ter” che specifichi che “tra i risparmiatori in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate alla data del provvedimento di messa in liquidazione si intendono ricompresi i possessori degli stessi strumenti finanziari alla data della risoluzione della medesima banca, che abbia preceduto la messa in liquidazione”.

“Se non si inserisce questa specificazione in una norma primaria – spiega Marattin – ogni erogazione ai risparmiatori ferraresi rischia di essere illegittima. Il governo sembrava averlo capito. Addirittura – si fa ironico il deputato Pd – sembrava averlo capito persino Villarosa, (sottosegretario all’economia, ndr) che normalmente ha serie difficoltà in merito, perché aveva inserito questo mio emendamento nella prima versione del dl Brexit, prima che il Quirinale – giustamente – chiedesse di toglierlo per estraneità di materia”.

Il riferimento alla necessità di modificare una norma primaria è dovuto al fatto che la specificazione è già presente nel decreto attuativo emanato dal Mef, ma essendo una fonte subordinata non ha la forza per modificare realmente quanto previsto dalla Legge di Bilancio.

Marattin propone anche altri cambiamenti decisamente sostanziali per i risparmiatori, ovvero che gli indennizzi non siano forfettari ma vengano considerati degli anticipi; che si dia precedenza agli importi inferiori ai 50mila euro nell’erogazione dei pagamenti e, infine, di mantenere il diritto per i risparmiatori “all’integrale liquidazione del risarcimento riconosciuto con sentenza del giudice, con pronuncia dell’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf) o con pronuncia degli arbitri presso la camera arbitrale per i contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture […] a valere sulle risorse del Fir”.

“Qualcuno è in grado di spiegarmi perché, se si accerta la truffa, un risparmiatore debba avere solo il 30%, come succede nello schema predisposto dal governo, e non invece il 100%, come era nello schema del Pd e come noi chiediamo di ripristinare? – chiede non senza toni polemici Marattin -. Quando avete tempo poi spiegate pure al candidato sindaco della Lega come funziona il loro meccanismo. Perché da quanto mi riferiscono, non lo ha capito nemmeno lui. Del resto, non posso dire di esserne stupito”.

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