Politica
2 Aprile 2019
Tagliani: "Città sicura, ma è uno dei pochi corpi non armati". Anche la Lega indugia: "Valutare la pericolosità"

Taser, il Comune propone la sperimentazione “a difesa della polizia municipale”

di Elisa Fornasini | 4 min

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La ripartenza dei lavori, dopo la pausa estiva, della 5^ commissione consiliare del Comune di Ferrara è stata segnata dai toni sferzanti. L’argomento al centro del dibattito, ieri martedì 9 settembre, è stato l’adeguamento delle tariffe di concessione delle palestre comunali, che da questa stagione sportiva vengono riviste al rialzo

Dotare la polizia municipale di due taser per una sperimentazione di sei mesi. La proposta viene dal Comune di Ferrara e rientra nel “regolamento per la sperimentazione dell’arma a impulsi elettrici da parte del corpo di polizia municipale Terre Estensi” che incassa il via libera della commissione consiliare e verrà discusso lunedì prossimo in consiglio comunale.

“Si tratta di uno strumento che mettiamo a disposizione della nuova amministrazione per non perdere la possibilità introdotta dal decreto sicurezza ma non significa che la sperimentazione partirà domani – mette in guardia il sindaco Tiziano Tagliani -. Mancano ancora le linee generali, che devono essere emanate dalla conferenza unificata su proposta del ministero dell’Interno, ma intanto abbiamo redatto un regolamento molto snello, cinque articoli in tutto, che consentirà la sperimentazione in una delle poche polizie municipali non armate in Emilia Romagna”.

Come funziona il piano per armare la polizia locale ferrarese? L’arma di difesa, modello TaserX2 prodotto dalla società americana Axon, verrà assegnata a due agenti di polizia locale su base volontaria che, dopo un corso di addestramento e un’eventuale visita per l’idoneità psicofisica, potranno sparare due dardi che rilasciano una scarica elettrica ad alto voltaggio e basso amperaggio fino a otto metri di distanza per inibire tutte le funzioni motorie volontarie dell’individuo da fermare.

Questa pisola ad impulso elettrico è considerata una “efficace difesa contro possibili aggressioni in un’ottica di tutela della sicurezza dell’appartenente alla polizia locale, siccome – si legge nel regolamento – l’essenziale ed unico scopo di tale arma consiste e si risolve nel garantire la difesa dell’integrità fisica dell’agente“.

La stessa comandante della polizia municipale, Laura Trentini, non esprime “nessun giudizio circa l’opportunità di dotare il corpo di taser o di arma da fuoco, nel rispetto della legge” ma evidenzia “l’effetto deterrente della sola visibilità, come dimensione e colore, dell’arma difensiva che prima dello sparo effettivo con impulso elettrico può dare uno sparo a salve costituito da un rumore molto forte come avvertimento”.

Il primo a esprimere perplessità è Leonardo Fiorentini (Si) che teme che “il soggetto della sperimentazione non saranno gli agenti ma i cittadini: non mi pare che l’attuazione situazione giustifichi l’uso di un’arma che dal 2001 a oggi ha ucciso un migliaio di persone negli Stati Uniti per il solo fatto di fermare una persona”.

Intervento opposto a quello di Alessandro Balboni (FdI): “Ben venga la sperimentazione, spero che la prossima amministrazione intenda portarla a compimento a difesa delle forze dell’ordine che subiscono un crescendo di aggressioni”. Più cauto Federico Balboni (M5S) che chiede il piano operativo in una città che “non ha la mano pesante come negli Stati Uniti”.

A sorpresa anche Giovanni Cavicchi (Lega) indugia sull’utilizzo di una pistola fortemente voluta dal leader del suo partito, chiedendo “notizie sulla pericolosità sull’effetto iniziale e finale” ed esprimendo dubbi sul perché “la sperimentazione parta dai vigili urbani e non dalla polizia di Stato o dai carabinieri”.

Pensiero che non sarà condiviso da Matteo Salvini ma sicuramente da Fausto Facchini (Pd) che parla di “un’arma molto pericolosa , dal costo di oltre mille euro, che paralizza una persona a rischio blocco cardiaco” e sollecita una “garanzia assicurativa che non capiti come a Genova“.

Se a Vittorio Anselmi (FI) fa “particolarmente piacere perché a Ferrara non ci sono situazioni da Bronx ma in alcune aree il controllo nelle ore notturne presenta delle condizioni di rischio“, Ilaria Baraldi (Pd) chiede se questa operazione sia “prodromica al quarto turno“, pur con la “perplessità che sia un consiglio comunale uscente a prendere decisioni che comportano responsabilità che sarebbe bene approfondire maggiormente”.

Francesco Rendine (Gol) ricorda il caso delle “due vigilesse costrette a far finta di niente con la comandante che encomiava questo comportamento per evitare guai peggiori” e contesta lo scopo di difesa del solo agente perché “con questo documento viene preclusa la difesa del cittadino“.

Sbotta Tagliani: “La storia delle due vigilesse scappate con la coda tra le gambe è una balla clamorosa. Siamo una delle città più sicure al mondo: è il penultimo capoluogo come indice di criminalità in regione e l’unica aggressione nei confronti degli operatori della municipale si è conclusa con una condanna dei due ragazzi ubriachi che hanno aggredito gli agenti davanti alla Torre della Vittoria”.

L’ultima parola spetta alla comandante Trentini: “Al di là del quarto turno, che richiede un’implementazione del personale, la polizia di Stato ha iniziato la sperimentazione del Taser da luglio 2018, preceduta dalla formazione non solo per l’uso ma anche per gli aspetti sanitari. Attualmente siamo dotati di bastone distanziatore, diverso dal manganello e usato un paio di volte, e di spray capsicum mai usato. La situazione di Ferrara fortunatamente non ne ha richiesto l’utilizzo e anche il Taser entrerà nella dotazione effettiva del corpo solo dopo una valutazione finale del consiglio comunale al termine dei sei mesi di sperimentazione in situazioni particolari e in zone particolari”.

Quattro i voti favorevoli per discutere la delibera nel consiglio comunale di lunedì (Cavicchi, Balboni, Anselmi e Facchini), astenuti Rendine e Baraldi, contrario Fiorentini. Il sindacato di polizia ha già valutato il regolamento, aggiungendo un comma che prevede che “gli agenti coinvolti nella sperimentazione potranno essere sottoposti a specifica visita di idoneità all’uso dell’arma, la cui effettiva necessità e previsione l’amministrazione si riserva di verificare con il medico competente”.

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