Cento
12 Marzo 2019
Gli ammortizzatori sociali torneranno anche in aprile, ma per capire le vere prospettive future dello stabilimento sarà decisivo l'impatto sul mercato del nuovo motore

Vm tra cassa integrazione e incognita diesel: “Sulla scommessa Fca ci giochiamo il futuro”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Cento. Continua la cassa integrazione allo stabilimento Vm Motori, dove anche nel mese di aprile verranno disposte alcune giornate di ammortizzatori sociali (da tre a cinque, secondo i sindacati). Un annuncio per certi versi prevedibile, dal momento che il ritorno alla piena operatività del centro Fca è previsto dopo giugno, quando verrà lanciata la produzione del nuovo motore diesel che nei piani dell’azienda dovrebbe trovare larga diffusione soprattutto nel mercato americano. Ma proprio questa ‘scommessa’ di Fca è alla base delle preoccupazione di lavoratori e sindacati centesi, che temono che Vm Motori possa finire per pagare l’eventuale prezzo delle scelte del gruppo.

“Abbiamo ricevuto la comunicazione della cassa integrazione qualche giorno fa – conferma il segretario della Fiom Cgil di Ferrara, Samuele Lodi – e chiesto un incontro congiunto per analizzarne le ragioni. Per adesso vedo una situazione simile a quella del mese scorso: ciò che preoccupa non sono tanto queste poche giornate di cassa integrazione, ma più in generale la prospettiva dello stabilimento, perché ci continuano a parlare di grandi sviluppi legati a nuovo motore diesel, ma io tutta questa tranquillità continuo a non averla”.

Secondo Lodi, la Vm Motori si trova oggi in mezzo al guado, stretta tre due situazioni che non possono fornire garanzie per il futuro: da un lato la produzione dei vecchi motori diesel è sempre più in contrazione, perchè i mercati sono in attesa dei modelli di nuova generazione, e dall’altro non si può avere alcuna certezza del fatto che i nuovi prodotti riescano poi a imporsi e quindi a determinare la piena operatività dello stabilimento centese. “A seconda di quella che sarà l’accoglienza del nuovo motore sul mercato – afferma Lodi – si determina il futuro della Vm”.

La Fiom del resto non ha mai nascosto le proprie critiche alla Fca per non aver contemplato nel proprio piano industriale corposi investimenti nell’auto elettrica e ibrida: una scelta che per la Vm significa restare ancorati alla produzione dei motori diesel, con tutte le incognite per questo settore legate in particolare alle normative ambientali. Questioni che vedono una netta distanza di vedute tra la Fiom e le unioni dei metalmeccanici di Cisl e Uil (Fim e Uilm): “Per noi il piano industriale non è sufficiente a risolvere i problemi degli impianti italiani – afferma Lodi – e non ci sono garanzie occupazionali, come dimostra il fatto che stiamo usando gli ammortizzatori sociali”.

Il segretario della Uilm di Ferrara Paolo Da Lan mostra più ottimismo riguardo alle prospettive dello stabilimento centese in relazione alle nuove giornate di cassa integrazione: “Si tratta di giornate che negli anni passati erano state gestite con il recupero delle ferie, senza che venissero sollevate particolari questioni, e sono dovute anche al fatto che in questo periodo si attende il lancio del nuovo motore. Dopo giugno l’obiettivo è di risalire coi volumi di produzione, anche se sarà un percorso graduale che dipenderà anche dalla reazione del mercato statunitense, dove ne è prevista la maggior diffusione”.

Da Lan spiega che l’incognita maggiore per lo stabilimento centese è rappresentata dalle scelte delle nazioni e della Comunità Europea per quanto riguarda la diffusione del diesel: “Purtroppo oggi sembra che una parte del volume di produzione possa essere ridotto, in particolare per quanto riguarda l’Europa. Tutti i paesi stanno legiferando per la chiusura dei centri abitati ai mezzi diesel, dimenticando che anche quando si usano le auto elettriche bisogna produrre l’elettricità in qualche modo, e spesso lo si fa con fonti ancora più inquinanti. Quindi la Vm, così come lo stabilimento Fca ad Avellino, potrebbero pagare la miopia di una classe dirigente che vuole cambiare tipo di alimentazione per i trasporti ma senza guardare al ciclo complessivo della produzione di energia”.

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