Eventi e cultura
22 Gennaio 2019
La mostra presentata in anteprima ai docenti. Il maestro ferrarese lanciava le tendenze e un'idea di femminilità che piace anche oggi

Boldini detta moda, al Diamanti il glamour un secolo prima degli influencer

di Elisa Fornasini | 3 min

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Boldini detta la moda, oggi come allora. Se a suo tempo era definito “il pittore della donna moderna”, al giorno d’oggi sarebbe considerato un influencer. E mentre la politica attuale continua a scannarsi sul progetto di ampliamento del Diamanti, il palazzo rossettiano spalanca le porte a “Boldini e la moda” in mostra dal 16 febbraio al 2 giugno.

Ferrara Arte custodisce la più importante collezione pubblica del maestro ferrarese che dettava legge nel periodo della Belle Époque a Parigi, crocevia di arte, letteratura e moda e vera e propria passerella a cielo aperto nel momento in cui stava nascendo l’industria dell’alta moda. Che tuttora si lascia ispirare dai magnetici ritratti della Parigina, come dimostrato dalla maison Dior che ha dedicato la collezione 2005-2006 all’idea di femminilità di fine 800-inizio 900, in stile Madame Charles Max.

Il vortice di corsetti, veli di tulle, ventagli e collane di perle per le donne e completi neri, bombette, cappelli a cilindro e bastoni da passeggio per gli uomini, fa sognare anche il personale docente, al quale è stata riservata la presentazione in anteprima della mostra che martedì pomeriggio ha quasi riempito la Sala Estense e ha fatto scappare qualche “wow”.

“Cosa dire di nuovo su Boldini? È un artista popolare ma poco studiato in tutte le sue relazioni internazionali – fa gli onori di casa Maria Luisa Pacelli, direttrice di Ferrara Arte -, specie nel suo rapporto con la moda. Non solo perché raffigura donne in elegantissimi abiti da sera ma anche perché sa interpretare il proprio tempo: è lui stesso che fa la moda“.

Un viaggio nel mondo del glamour attraverso oltre 120 opere che riuniscono dipinti, disegni e incisioni di Boldini e dei suoi colleghi Degas, Manet, Sargentm Whistler, Seurat, Blanche e Helleu a meravigliosi abiti d’epoca, libri e accessori preziosi per ripercorrere la folgorante carriera parigina di Boldini in quattro decenni di stile e fascino. Facile da trasmettere agli studenti.

“Partiamo come sempre dalle scuole – interviene l’assessore alla Pubblica Istruzione Cristina Corazzari – perché in ogni spazio museale dovrebbe esistere uno spazio didattico. In questo caso l’attenzione a tutti gli ordini della scuola, dall’infanzia alle superiori con offerte diverse a seconda delle età ma sempre di grande qualità, è particolarmente significativa. Perché in una società come la nostra, dove l’immagine è tutto, credo che il tema della moda possa offrire alle scuole una bella occasione per riflettere sull’identità e sull’aspetto”.

Spetta poi alla curatrice Barbara Guidi entrare nel dettaglio del percorso espositivo, suddiviso in sei sezione tematiche, ciascuna evocata dai letterati che sulla moda hanno basato la propria fortuna: Charles Baudelaire per “Eleganza, mistero, modernità”; Henry James per “Ritratto di signora”; Oscar Wilde per “Riflessi”; Robert de Montesquiou per “Il pittore della donna”; Marcel Proust per “Il tempo dell’eleganza e della mondanità” e Gabriele D’Annunzio per “La Diva”.

“I ritratti di società boldiniani sono diventati emblema di fascino e raffinatezza, di una femminilità seducente e conturbante che attrae anche più di un secolo dopo perché ha un linguaggio immediato e un forte potere di incanto – spiega Guidi -. Un aspetto che ha consacrato questo pittore al successo, anche se la critica lo ha tacciato di essere troppo chic, di ammiccare troppo all’estetica delle modiste”.

E i Vanity Fair dell’epoca ringraziano, dedicandogli le copertine delle riviste mondane e lanciando le tendenze del momento, tanto da dire che “le donne vestivano alla Boldini”. Quando il talento si sa vendere, diventa indimenticabile. D’altronde “l’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”. Boldini e Armani insegnano.

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