Eventi e cultura
18 Ottobre 2018
In Ariostea Stefania Mazzoli presenta il suo libro in cui ripercorre tutta la storia della Filarmonica

La Banda di Cona in concerto da più di 150 anni

di Red thumb | 3 min

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Introdotto dall’editrice, Silvia Casotti, il professor Daniele Seragnoli, che firma in apertura di volume un saggio di ampio respiro etno-antropologico sulle bande oltre che la sua “lettura” personale del racconto sulla Filarmonica, ne parlerà al pubblico ferrarese dialogando con Mazzoli e Gallerani. Sarà poi la stessa Banda a intrattenere il pubblico con l’esecuzione di alcuni brani musicali.

Nel volume, che esce con il patrocinio del Comune di Ferrara e la nota introduttiva del vicesindaco Massimo Maisto, Stefania Mazzoli ha fatto confluire il lungo lavoro di ricerca e raccolta di documenti, notizie, aneddoti ed interviste ai protagonisti compiuto dal segretario della Banda, Giuliano Gallerani, che ha curato la regia dell’iniziativa editoriale, sempre coadiuvato da Silvana Garutti, attuale vicepresidente della Filarmonica, arricchendolo di testimonianze a lei direttamente riportate.

Mazzoli, tuttavia, ha fatto ben di più, intrecciando e valorizzando tutti questi materiali con e attraverso la propria capacità letteraria e poetica. Scriveva lei stessa in occasione del precedente volume pubblicato per Nuovecarte (i racconti editi col titolo L’Angelo delle fragole. Storie di gente di una volta, da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale itinerante tarcordat): «Ho cercato di condividere con il lettore ricordi, impressioni e passioni che la terra ci trasmette, sperando di contagiarlo e coinvolgerlo in questo incanto, e ho voluto esprimere la mia gratitudine verso un mondo i cui valori ormai si stanno perdendo ma che mi sono stati tramandati attraverso l’intreccio straordinario tra un luogo un po’ fatato e persone eccezionali». Sono gli stessi valori, e simili ricordi e incanti che oggi interpreta e ci propone ripercorrendo la storia della Banda di Cona.

«Il pregio del sin troppo snello lavoro di Stefania Mazzoli che mi è stato chiesto di introdurre – sottolinea Seragnoli – è l’avere saputo ricostruire in rapida sintesi diversi risvolti della Banda di Cona al quale è dedicato: una ricostruzione storica dei suoi percorsi a partire da una documentazione d’archivio di varia natura (debitamente riportata e trascritta, con una bella serie di immagini a corredo); ma una storia soprattutto di persone e di biografie, di aspetti materiali e sociali, di fatti e fatterelli e, perché no, di aneddoti: che nel caso di un complesso bandistico, piccola comunità in una minuscola comunità urbana, non possono né devono mancare, anzi spesso sono proprio il sale che dà sapore e rende gustoso il succedersi delle vicende.

Basti, tra i diversi, ricordare l’escursione sui Colli Euganei in cui «la Banda tirò fuori il meglio del proprio repertorio in un mix di Noi vogliam Dio, Bandiera rossa, Mira il tuo popolo e Inno dei lavoratori, lubrificato da più che probabili abbondanti libagioni. O la catena umana di strumentisti non proprio di primo pelo per risalire l’argine del Po a Stellata raggiunta con una imbarcazione del prof. Morsiani. O i concerti itineranti di Natale e inizio nuovo anno, ricompensati con conforti alimentari e vinicoli di varia natura. Ed è un peccato che non vi sia una maggiore quantità di episodi analoghi, sicuramente presenti nel lungo “repertorio” umano di una compagine di ormai veneranda età».

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