Cronaca
10 Ottobre 2018
La banca è stata condannata per anatocismo sui conti di un cliente: avvocato e ufficiale giudiziario hanno ritirato gli assegni

Pignoramento direttamente in sede: Bper eredita lo ‘smacco’ di Carife

di Ruggero Veronese | 2 min

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Nella storia di Carife, oggi Bper, è difficile e forse impossibile ritrovare un caso analogo: un pignoramento di centinaia di migliaia di euro direttamente alla banca, con tanto di ufficiale giudiziario nella filiale di corso Giovecca a farsi consegnare gli assegni.

Un trattamento non troppo diverso da quello riservato agli inquilini morosi, quello a cui è andato incontro l’istituto di credito che ha rilevato la vecchia banca ferrarese, e con essa anche le sue responsabilità. Ma queste del resto erano le disposizioni del tribunale di Ferrara, che ha accolto l’istanza di pignoramento proposta dall’avvocato Donatella Ferri, in seguito alla condanna di Bper per anatocismo.

Una causa che era partita nel 2014 contro la vecchia Carife, ma le cui cause risalgono ai primi anni ’90. Quando, su alcuni conti all’epoca in rosso dell’imprenditore, Carife inizia ad applicare tassi di interesse troppo elevati e irregolari. Il cliente tuttavia se ne accorgerà solo anni dopo, quando a conti fatti si era ritrovato a versare a Carife oltre 200mila euro non dovuti. Carife viene allora denunciata per usura e anatocismo, ovvero la pratica di far pagare interessi sugli stessi interessi, e il tribunale civile convalida la seconda accusa, obbligando Bper – subentrata nel frattempo alla banca ferrarese – a rifondere l’imprenditore.

Sembra tutto concluso nel migliore dei modi per l’ormai ex cliente della banca, ma il pagamento atteso non arriva mai. A luglio l’avvocato Ferri fa istanza di pignoramento, ottenendo così l’ok a presentarsi insieme ad un ufficiale giudiziario direttamente in corso Giovecca: una vittoria legale netta, oltre che una ‘prima volta’ che probabilmente verrà ricordata all’interno della sede. “Il personale è stato molto disponibile, ma anche stupito – confessa l’avvocato -, da quel che abbiamo saputo non era mai capitato un pignoramento dentro la sede della banca. Per noi questa sentenza è un presidio del correntista, che ristabilisce l’equilibrio dopo che il nostro cliente per quasi 20 anni e in assoluta buona fede ha pagato interessi e cifre non dovute”.

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