Nuova luce splende sulla Sala Codici del Museo della Cattedrale, dove inizia il percorso di visita ai libri corali miniati e alle sculture medievali e moderne. Il rifacimento dell’impianto di illuminazione, che ha portato a un rinnovo dell’allestimento del salone, è il primo passo per festeggiare un doppio compleanno del museo, di cui nel 2019 ricorrono i 90 dalla sua creazione e i 20 anni dalla stipula della convenzione tra Comune di Ferrara e Capitolo della Cattedrale che ne ha determinato il trasloco nell’ex chiesa di San Romano.
“La sala espositiva soffriva di problemi di luminosità che inducevano i visitatori a scappare, mentre ora si trattengono grazie a un sistema di illuminazione immersivo che con i faretti a led rende la visita più piacevole ed emotivamente coinvolgente” spiegano all’unisono Giovanni Lenzerini e Giovanni Sassu, rispettivamente direttore e conservatore del Museo della Cattedrale.
Una “piccola rivoluzione” – nata da una lunga gestazione del consiglio di gestione e finanziata dal Servizio Beni Monumentali con 35mila euro – per “riscattare i manufatti esposti, provenienti dalle chiese ferraresi – sottolinea Lenzerini – restituendo loro lo status di bene prezioso da curare e valorizzare con accorgimenti che non c’erano al tempo di Andrea Buzzoni (primo direttore del museo, ndr)”.
La “scelta radicale” per far brillare le statue esposte a parete e i codici miniati custoditi nelle teche ha determinato il passaggio da una neutra illuminazione ambientale a neon a un’illuminazione diretta basata su lampade a led che, come prassi nelle mostre, concentra la luce fredda sulle opere, che ora risaltano meglio sulle pareti ritinteggiate di grigio.
“Si è raggiunto un compresso ottimale tra le esigenze di fruizione e quelle di conservazione delle opere di origine inorganica (come le sculture) e di origine organica (come le pergamene e le stoffe) che se vengono bombardate dai fotoni rischiano di danneggiarsi e disgregarsi” entra nel dettaglio Francesco Mascellani che ha curato l’allestimento e che insieme a monsignor Danillo Bisarello, presidente del consiglio di gestione del museo, lo mostra con orgoglio al sindaco Tiziano Tagliani, agli assessori Massimo Maisto e Aldo Modonesi e alla dirigente del Servizio Beni Monumentali Natascia Frasson.
Mentre l’attività di restyling della Sala Codici proseguirà con alcuni ritocchi di carattere funzionale, ad ottobre tornerà a Palazzo Bonacossi il ciclo di conferenze “Anatomia di un capolavoro. Storia, stile e iconografia nelle opere del Museo della Cattedrale” con tre appuntamenti (in programma il 15, 22 e 29 ottobre) dedicati a Jacopo della Quercia.
Un’anticipazione della sfida del 2019, ovvero risolvere il problema della collocazione de La Madonna della Melagrana, ritenuta uno dei massimi capolavori della scultura italiana del Quattrocento ma nascosta dalle tre ante d’organo di Cosmè Tura che fanno bella mostra di sé nell’ex chiesa di San Romano lasciando in secondo piano La Madonna, incastonata nell’abside poco visibile dai visitatori di passaggio.
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