
La vittima, Giancarlo Colombani
Proseguono le ricerche in Serbia per rintracciare Stanoje Dobrosavljevic, il 44enne sospettato di aver aggredito e ucciso Giancarlo Colombani nel dicembre del 2015. L’uomo ha fatto perdere le proprie tracce ma deve essere messo al corrente del procedimento a suo carico prima che si possa procedere con un eventuale rinvio a giudizio. Il tribunale ha quindi disposto un nuovo rinvio fino a dicembre per dare tempo alle autorità serbe di reperire Dobrosavljevic, oltre ai suoi due connazionali che lo accompagnavano la notte del delitto e che la procura vuole ascoltare in qualità di testimoni.
Nel frattempo spuntano fuori nuove indiscrezioni sui possibili motivi del diverbio che ha causato la morte di Colombani, che in passato era una figura molto nota alle forze dell’ordine ferraresi – e non solo -, essendo stato coinvolto nella ‘Coca Connection’ tra gli anni ’80 e ’90. In questo caso però, almeno secondo ipotesi investigative, non fu una storia di droga a far incrociare la sua strada con quella di Dobrosavljevic, ma un possibile sodalizio in vista di una rapina a un tabaccaio ferrarese. Un sodalizio che però – se questa ‘pista’ dovesse trovare conferma – non si concretizzò proprio perché Colombani si tirò indietro e rifiutò di prendere parte al colpo.
Dobrosavljevic e due conoscenti si sarebbero quindi incontrati con il 73enne ferrarese sotto la sua abitazione, per una sorta di regolamento di conti finito nel peggiore dei modi, oltre che per ottenere da Colombani il rimborso per i propri spostamenti in Italia. Ma la natura violenta e punitiva del raid secondo la procura di Ferrara era chiara ed esplicita, così come era chiaro il rischio per la vita di Colombani, vittima di un violento pestaggio all’età di 73 anni. Per questi motivi il reato ipotizzato per Dobrosavljevic è di omicidio volontario.
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