Attualità
14 Settembre 2018
Suore di clausura e operai in 'convivenza' per il recupero post sisma. Riqualificazione di un chiostro abbandonato per il turismo religioso

Ora et labora: scattano i cantieri nei monasteri Corpus Domini e Sant’Antonio in Polesine

di Elisa Fornasini | 3 min

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Il silenzio in un luogo di preghiera interrotto dal rumore dei ponteggi e degli attrezzi da lavoro. Ora et labora non fu mai così vero. Le suore di clausura si stanno preparando ad accogliere gli operai che nei prossimi mesi si occuperanno dei lavori di riparazione e rafforzamento ai monasteri del Corpus Domini e di Sant’Antonio in Polesine.

Due cantieri post sisma che partiranno a breve – da lunedì 17 settembre al complesso di via Pergolato e dal 24 settembre nel convento di via del Gambone – e che tenteranno di creare meno disturbo possibile alle attività religiose delle clarisse e delle monache benedettine che vi dimorano da secoli.

Una ‘convivenza’ particolare, in accordo con la madre badessa, necessaria per riparare i danni strutturali che il terremoto del 2012 ha evidenziato in entrambi i monasteri e, nei limiti consentiti, per migliorare la fruizione di questi beni culturali. Soprattutto per quanto riguarda il monastero di Sant’Antonio in Polesine, esiste un progetto di valorizzazione del turismo religioso attraverso il recupero del secondo chiostro, attualmente ‘grezzo’ e inutilizzato, inserito nel Ducato Estense per il quale la Soprintendenza sta dando parere favorevole.

Se per veder rinascere il chiostro abbandonato servirà ancora del tempo, è ai nastri di partenza il “minimo intervento” su chiesa, campanile e convento, specie su noviziato, dormitorio piccolo, dormitorio grande e muro di cinta che, come spiegato dal progettista Bellino Galante, presentano danni differenti. Particolare attenzione sarà riservata al coro che custodisce affreschi di scuola giottesca: per questo i lavori dell’Ati Et Costruzioni-Sangiorgi saranno monitorati dal laboratorio di restauro Ottorino Nonfarmale. Verranno inoltre ripristinati il parafulmini e il soffitto ligneo della sala del capitolo.

Per l’intervento su Sant’Antonio in Polesine – lungo un anno e mezzo – servono 1,6 milioni, finanziati per la maggior parte dalla Regione (1,4 milioni) e in minima parte dall’assicurazione (200mila), mentre il cantiere sul Corpus Domini – che durerà circa sei mesi – è interamente finanziato da fondi assicurativi pari a 400mila euro. In questo caso alla ditta Cea-cooperativa edile artigiana (impegnata già al Diamanti) spetta il compito di riparare i danni sul blocco prospiciente via Pergolato, sugli ambienti adiacenti al campanile e nei locali della sacrestia.

L’assessore Aldo Modonesi ne approfitta per fare il punto della situazione sul patrimonio religioso del Comune: per la chiesa di San Cristoforo alla Certosa l’obiettivo è concludere il cantiere il prossimo novembre e immaginare una prima apertura alla città, per la chiesa della Madonnina è in corso la gara di aggiudicazione, per la chiesa di Santa Maria della Consolazione che ha ricevuto il finanziamento della Regione e del Ducato Estense si prevede di uscire con le procure di gara entro un mese e di avere la ditta aggiudicataria entro l’anno.

“Alla fine del percorso post sisma arrivano i cantieri più complessi dal punto di vista tecnico come le chiese” conferma in chiusura il sindaco Tiziano Tagliani che sottolinea gli interventi in attesa, ovvero l’ex chiesa di San Nicolò per il rafforzamento dell’abside rossettiano e la chiesa di San Carlo Borromeo di proprietà dell’Ausl di cui si è fatta carico il Servizio Beni Monumentali del Comune diretto da Natascia Frasson.

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