Attualità
7 Settembre 2018
L'associazione lancia l'Ostomy Cafè, per dare supporto umano e privato alle centinaia di pazienti stomizzati nella provincia estense

Aise, per tornare alla normalità dopo la stomia: “Nessuno deve vergognarsi di una seconda possibilità”

di Ruggero Veronese | 3 min

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C’è una ‘zona grigia’ nella vita di chi ha sofferto gravi patologie ed effettuato difficili interventi chirurgici dove il servizio sanitario farà sempre fatica ad arrivare: è quella componente privata e umana di chi deve affrontare lunghe riabilitazioni, per poi cercare di riportare la propria vita alla normalità. Come abituarsi alla presenza di protesi nel proprio corpo, e a chi chiedere un consiglio o un confronto diretto su questioni che spesso sono difficili da affrontare anche con i propri famigliari? Una questione tutt’altro che secondaria, come insegna l’esperienza di tante associazioni – spesso formate dagli stessi ex pazienti degli ospedali – che si dedicano ad aiutare e a fornire supporto umano a chi soffre di diverse patologie.

Un esempio di questo tipo di esperienza è quello dato da Aise, l’Associazione Incontinenti e Stomizzati Estense, che cerca di aiutare chi è stato sottoposto a stomia (270 le persone operate a Ferrara, senza contare chi risiede sul territorio ma è stato operato in altre province) a superare le tante difficoltà quotidiane che deve affrontare e soprattutto a recuperare una vita sociale attiva e serena. La stomia è un’operazione necessaria per le persone il cui apparato digerente o urinario è stato compromesso (talvolta per problemi oncologici), e il cui intestino viene collegato a una sacca esterna. Una situazione che può condizionare molto la vita privata delle persone, che spesso si ritrovano in grande difficoltà nell’affrontare questa nuova condizione.

È per questo motivo che l’Aise ha lanciato una nuova iniziativa per cercare di far uscire allo scoperto le centinaia di persone stomizzate nella provincia estense e a cercare aiuto e assistenza per affrontare la propria situazione. Spesso infatti, come racconta la presidente dell’associazione Laura Monti, “il paziente stomizzato tende a chiudersi in casa, a restare da solo e nascondersi dal resto della società, perchè anche solo un invito a pranzo a casa di amici può essere vissuto come un problema insormontabile. Cosa fare se succede un guaio proprio in quel momento? Come fare per pulirsi o cambiarsi senza imbarazzo? È importante che sia gli stomizzati che i loro cari sappiano come rapportarsi a questa condizione, perché la stomia non è un male di cui vergognarsi, ma un’operazione che ci ha salvato la vita e che non ci deve impedire di vivere la nostra quotidianità”.

Ecco quindi arrivare a Ferrara (all’ospedale di Cona e nel vecchio anello di corso Giovecca) l’Ostomy Cafè, due appuntamenti al mese per discutere, confrontarsi e conoscersi in una situazione serena e informale. “In passato abbiamo provato anche con iniziative come i convegni sulla stomia, dedicati anche ai parenti dei pazienti – afferma Mario Tassinari di Aise -, ma abbiamo capito che le persone si trovano più a proprio agio in un contesto meno ufficiale, in cui possono aprirsi e raccontare le proprie esperienze”. Per il momento l’appuntamento con l’Ostomy Cafè sarà due volte al mese (il secondo e il quarto martedì), alternandosi tra Ferrara e Cona, ma l’intenzione dell’associazione è di poter fissare anche un appuntamento a Cento. Dove, il 23 settembre, Aise ha organizzato anche l’appuntamento “Una domenica bestiale”, insieme alle associazioni carnevalesche che per la prima volta apriranno i propri laboratori alle visite pubbliche. Lo scopo dichiarato è sempre quello: “Far capire alle persone che non devono sacrificare i propri rapporti privati e l’obiettivo di vivere una vita normale – spiega Monti -. Le persone stomizzate hanno bisogno solo di alcuni piccoli consigli pratici per continuare a fare sport, viaggiare e avere rapporti con le persone, e noi siamo qui per fornirglieli. La stomia ci ha salvato la vita, e nessuno deve vergognarsi di avere avuto una seconda possibilità”.

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