
Leonarda Cianciulli
Negli ultimi otto anni è stata una delle opere più studiate e citate sul caso degli incredibili delitti di Leonarda Cianciulli, la ‘saponificatrice di Correggio’ che a cavallo tra gli anni ’30 e ’40 uccise tre donne e le bollì nella soda caustica per ricavarne del sapone. Ma secondo il tribunale di Viterbo il libro-inchiesta “Leonarda Cianciulli. Nuove indagini e rivelazioni sul mostro di Correggio”, firmato dal giornalista Fabio Sanvitale e dal criminologo Vincenzo Mastronardi, è frutto di un plagio dell’opera di un autore ferrarese, Fausto Bassini, inedito ma depositato alla Siae prima del 2010.
Sanvitale è stato condannato in primo grado nei giorni scorsi a Viterbo per violazione del diritto d’autore a tre mesi di reclusione (con sospensione condizionale) e soprattutto al risarcimento dei danni, che verrà quantificato in sede civile. Decisivo durante il processo è stato un lungo dossier da 14 pagine di comparazione testuale che ha fatto emergere quali parti del testo firmato da Sanvitale erano effettivamente delle riproposizioni di quanto già scritto e depositato – anche se mai pubblicato – da Bassini.
Il volume dell’autore ed editore ferrarese (noto per aver dato vita alla casa ‘Faust Edizioni’) si intitola “Libro sulla storia biografica e giudiziaria di Leonarda Cianciulli in Pansardi (Montella, 18.04.1894 – Pozzuoli, 15.10.1970)” e contiene un’accurato studio dei fatti di Correggio, attorno ai quali dal dopoguerra a oggi si sono sviluppate una serie di racconti, miti e leggende più o meno accurate. Al punto che alla vicenda sono stati dedicati vari libri e addirittura film, come il noto ‘Gran Bollito’ del 1977 che descrive una vicenda molto simile a quella della cronache, e in cui Alberto Lionello, Max Von Sydow e Renato Pozzetto si travestono da donne per interpretare le tre vittime della serial killer ‘Lea’.
I fatti sono assai noti ma meritano un rapido riepilogo: Leonarda Cianciulli era una donna originaria dell’Irpinia che negli anni ’30, dopo il terremoto, emigrò a Correggio col marito e i quattro figli, unici sopravvissuti delle sue 17 gravidanze. Le molteplici morti premature o durante la gravidanza dei figli avevano creato traumi profondi nella mente di Leonarda, che allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale fu terrorizzata dall’idea di perderne altri due, dichiarati abili per la leva. Profondamente superstiziosa e destabilizzata dai lutti familiari (raccontò che in gioventù una cartomante le aveva predetto la morte della futura prole), pensò di poter ‘barattare’ la vita dei propri cari con quella di persone sconosciute: un sacrificio nel sangue ispirato ai riti della dea greca Teti, che immergeva i figli nelle acque del fiume infernale Stige (il più noto, Achille, tenendolo per il tallone).
Tra il ’39 e il ’41 Cianciulli manipolò e uccise tre donne, per poi scioglierne i corpi in un calderone pieno di soda caustica, in un processo analogo a quello con cui si ricavava il sapone dagli scarti dei maiali. Confessò anche episodi di cannibalismo: con i corpi delle vittime avrebbe ricavato infatti anche dei biscotti da dare ai figli e agli amici. Le donne erano tre sue conoscenti, sole e anziane, che si recavano nella sua abitazione per farsi predire il futuro, visto che una volta trasferitasi in Emilia la serial killer si era fatta conoscere in zona come cartomante. I delitti della Cianciulli emersero nel ’41, ma il processo iniziò solo al termine della seconda guerra mondiale e terminò con la sua condanna, che scontò per 28 anni nel manicomio di Pozzuoli prima di morire a 77 anni.
E con la vicenda giudiziaria, il cerchio si chiude: uno degli avvocati che ha assistito Bassini fin dall’inizio è Marco Fornaciari, del foro di Reggio Emilia: nipote di Piero Fornaciari che più di settant’anni fa assistette proprio la famiglia di una delle vittime della ‘saponificatrice di Correggio’.
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