L’unico modo per arginare l’avanzata della Lega a Ferrara è portare tutto il centrosinistra alle primarie di coalizione per le prossime elezioni amministrative. Ne sono convinti i Radicali di Ferrara, per i quali la scelta condivisa del prossimo candidato sindaco non rappresenta più solo una questione di democrazia interna, ma sarà un punto decisivo per muovere gli equilibri elettorali alle prossime elezioni ferraresi. O addirittura per salvare la sinistra da una vera debacle.
Il ‘teorema’ enunciato dallo storico leader radicale Mario Zamorani è sintetico ma efficace: “Se il candidato viene scelto al chiuso di una stanza dai partiti è un candidato debole, perché in questo momento tutti i partiti sono deboli. Per avere un candidato forte occorre passare per un’investitura popolare”. Un discorso basato anche sui risultati delle ultime elezioni politiche a Ferrara, che hanno visto la clamorosa vittoria della leghista Maura Tomasi (al 37%) sull’ex ministro del Pd Dario Franceschini, fermo al 32%. “Queste elezioni hanno dimostrato che la situazione per il centrosinistra ferrarese è tragica – afferma Zamorani – e che, se qualcosa non cambia, la Lega vincerà le elezioni. Ogni giorno passato in assenza di iniziative e proposte è un giorno regalato a loro, che ora sono sulla cresta dell’onda”.
Secondo i Radicali il centrosinistra non deve cercare alibi nelle “percezioni” della popolazione ma puntare invece a un maggior ascolto dei problemi: “Se si parla di percezioni significa che esiste un problema reale, perché c’è una ripercussione sulla qualità di vita delle persone”, affermano Zamorani e il segretario dei Radicali Paolo Niccolò Giubelli, per i quali le primarie di coalizione saranno il primo passo in un percorso di maggior ascolto e coinvolgimento della popolazione da parte della sinistra. Su questo fronte i radicali non fanno mancare le proposte per nuovi strumenti di consultazione. Cinque, in particolare: bilancio partecipativo, consiglio comunale aperto agli interventi, giuria dei cittadini, consultazioni popolari da svolgere con frequenza e, infine, la creazione di un portale online dove i ferraresi potranno avanzare, discutere e votare le proposte politiche. Uno strumento che potrebbe ricordare la piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle, ma Zamorani ci tiene a rimarcare la distanza anche ‘ideologica’ tra gli schieramenti: “Mi piacerebbe chiamare il nostro strumento Voltaire, filosofo con idee opposte a quelle di Rousseau”.
Per “muovere il centrosinistra dal suo immobilismo” i radicali puntano ora a raccogliere il maggior numero di firme possibile attraverso una serie iniziative che partiranno domenica (con un banchetto in piazza Savonarola) e proseguiranno fino all’autunno. Mentre in ottobre si punta a organizzare l’evento “La città del futuro”: “Vogliamo invitare scienziati, urbanisti, architetti, storici, ambientalisti, economisti, attivisti e tutte le persone in grado di immaginare il futuro. Le loro indicazioni e riflessioni serviranno al candidato sindaco e a tutto il centrosinistra per immaginare le politiche da attuare”.
L’ultimo punto, non meno importante, riguarda le persone e i partiti in ballo: chi è compreso nel perimetro politico del centrosinistra? I radicali presenteranno un proprio candidato? Riprendendo il discorso iniziale, Zamorani afferma che “le primarie saranno rivolte a tutti quelli che ritengono una sciagura una vittoria della Lega a Ferrara”. E per quanto riguarda un proprio candidato, i Radicali attenderanno le consultazioni popolari: “Potremmo avere un nostro candidato o appoggiarne uno proveniente dalla società civile, a seconda delle indicazioni che ci darà la città”.
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