Eventi e cultura
4 Maggio 2018
L'assessore risponde alle critiche sul bando: "Strana sintonia tra Ascom e Fornasini, peccato non sia presente"

Castello Estense: Maisto punta a 200mila visitatori

di Ruggero Veronese | 3 min

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“Duecentomila visitatori all’anno al Castello Estense non sono un’ipotesi da fantascienza”. L’assessore al turismo e alla cultura Massimo Maisto traccia la rotta e gli obiettivi per il principale monumento ferrarese, i cui dati di gestione sono stati presentanti in commissione consiliare.

Dati che confermano il trend di crescita ripreso dopo il 2012, quando gli effetti del terremoto fecero crollare gli ingressi da 99mila a 78mila. Dal 2013 in poi i numeri sono stati in crescita costante e nel 2017 si sono contati 179mila visitatori e, assicura Maisto, “il trend è continuato anche in questi primi mesi del 2018”, in cui gli accessi sono stati quasi 75mila, il 6,7% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

La crescita verrà confermata secondo l’assessore anche grazie ad alcune scelte dell’amministrazione: in particolare l’aver ampliato l’offerta espositiva del Castello con mostre a tema (come quella in corso sulla collezione Cavallini – Sgarbi) e aver completamente rinnovato il bando per i servizi. Dal 2018 infatti tutta la gestione del Castello fa capo a un’unica ati, che si occupa di museo, biglietteria, caffetteria e di tutti gli altri servizi per il pubblico. Ma soprattutto il concessionario non riceve dal Comune una somma di denaro prestabilita, ma partecipa agli utili delle attività del Castello. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di rendere i gestori “co-interessati” al successo del museo, incrementando anche il loro margine di utile una volta superate le 150mila presenze all’anno.

Proprio a proposito del bando di affidamento Maisto piazza una ‘stoccata’ ai suoi critici all’opposizione e nelle associazioni di categoria: “È un peccato che non sia presente il consigliere Fornasini (di Forza Italia, ndr), in strana sintonia con l’Ascom su questo tema perché quando facciamo gli affidamenti diretti dicono che siamo poco trasparenti, mentre se facciamo le gare dicono che non ci sono aziende ferraresi. In questo caso l’ati è composta esclusivamente da aziende ferraresi, tranne una di Bologna che però ha assunto qui in città”.

Tra gli interventi dell’opposizione, da sottolineare le richieste di Leonardo Fiorentini del gruppo di Sinistra Italiana, che chiede più coinvolgimento delle scuole per attività didattiche in Castello, e quella di Claudio Fochi del Movimento 5 Stelle che propone di iniziare a discutere in commissione anche dell’utilizzo futuro del piano più elevato, dove sono ancora presenti gli uffici della Provincia. Un tema questo ancora assai spinoso, dal momento che la definitiva uscita di scena dell’ente provinciale causerebbe un aumento delle spese nella gestione del Castello che potrebbero sforare l’utile di esercizio raggiunto nel 2017, pari a 186mila euro (a fronte di un bilancio complessivo di 1,330 milioni).

Chiudiamo con un excursus sui dati più rilevanti nella gestione del Castello. Interessante notare la scarsa percentuale di stranieri tra i visitatori, solo il 23% (a Ferrara si aggirano attorno al 30%): il motivo è dovuto secondo Maisto all’alto numero di gite scolastiche italiane che vi fanno tappa, ma anche allo scarso interesse verso il Castello dimostrato dai turisti cinesi, in forte aumento in questi anni. Da sottolineare la disomogeneità tra un periodo e l’altro: ben il 30% degli accessi del 2017 sono stati effettuati tra aprile e maggio e a questo proposito Maisto insiste sulla necessità di lavorare maggiormente per uniformare le presenze, evitando il rischio di andare incontro a periodi di ‘magra’ alternati a momenti di “overbooking” con code e lunghe attese per i turisti.

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