‘Naomo’ ha un nuovo antagonista. Ha 28 anni, è un ingegnere, è nato e vissuto a Ferrara e ha deciso di metterci la faccia per difendere l’amministrazione della sua città. Lui è Ciro Zabini e usa le stesse armi di Nicola Lodi per rispondere – a suon di dirette Facebook – alle invettive del segretario comunale del Carroccio.
Questa “battaglia non politica, ma di onestà intellettuale” assicura Ciro, parte da due recenti battaglie della Lega – minimarket e Palaspecchi – perché “mi sono stancato di chi solleva problemi senza fondamenta”.
La prima incursione social è al minimarket di via Comacchio per “far vedere come funzionano davvero le cose in questi negozi pakistani” e replicare quindi alle presunte irregolarità denunciate da Lodi nelle rivendite multietniche “insalubri e coperture per il riciclaggio”. Ciro, smartphone alla mano, intervista il cosiddetto “re dei paki, ballerino formidabile in discoteca e indiano che lavora nell’ortofrutta”.
Miongi, questo il soprannome con cui è stato battezzato il commerciante, conosce già la questione: “Ho visto che dicono che noi siamo sporchi, ma non è vero”. La fotocamera inquadra tutta la situazione, dai bancali di frutta all’esterno al bagno e al magazzino interno per accertare le condizioni igieniche del locale.
E così si scopre che il venditore gestisce il negozio da 6 mesi, ha superato 5 controlli dell’Ausl, paga 430 euro di affitto, è in regola con le tasse e lavora 14 ore al giorno, dalle 9 alle 23. “Naomo quante ore sta in bottega che è sempre in giro a sparare s********?” si lascia scappare il giovane ferrarese, volendo sfatare anche il business sul riciclaggio: “Miongi non ha ricevuto agevolazioni, ha usato i suoi soldi per aprire il locale e si rifornisce al mercato ortofrutticolo di Gaibanella e Bologna”.
Contro questa “caccia alle streghe, perché è più facile trasmettere dubbi e paure alla gente”, interviene anche un collega del commerciante: “È grave che nessuno sia lì per ribattere, la politica si fa con intelligenza, non con slogan, istigazione all’odio razziale, o apologia delle stupidità come Salvini”.
Ma non si può contestare il leghista senza salire sul suo “trono”, l’ormai ex Palazzo degli Specchi, definito da Ciro “un orgoglio per Ferrara”, o meglio “l’unica soluzione possibile a un errore fatto 30 anni fa da amministrazioni vecchie”. Ciro fa notare come dietro i lavori che daranno vita agli appartamenti di social housing, allo studentato, alla biblioteca e alla caserma della polizia municipale, ci sono “anni e anni di trattative che non metti in piedi con due dirette Facebook”, dirette “fatte con la precisa volontà di fermare i lavori, con faldoni di denunce o con la scusa dei tritoni”.
“Questa è la netta differenza tra chi vuole urlare ed enfatizzare i problemi rispetto a chi li può risolvere in maniera logica e costruttiva – commenta l’anti-Naomo -; il progetto ha dei limiti per quanto riguarda i volumi ma non gli si può negare la fatica e l’impegno nel risolvere un problema privato rispetto a fare mulinazza”. Stesso discorso per Cona: “L’idea di posizionare lì l’ospedale non è stata una genialata ma se non si fosse fatto così, dopo il terremoto, Ferrara sarebbe ancora senza ospedale”. Si poteva fare meglio? “Non è stato presentato nulla, non ci sono mai state alternative, si è fatto solo del gran caos che non rispecchia la mia città”.
La reprimenda di Ciro ha portato a un primo risultato: Nicola Lodi l’ha bannato da Facebook. “Naomo mi ha bloccato – scrive il giovane sui social -. Ha paura di un confronto serio. Userò le sue stesse armi ma con serietà e concretezza. Nel dubbio ho ordinato un tir di pop corn per tutti i ferraresi”.
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