“Per noi il problema è l’utilizzo improprio dei parcheggi, non quello di averli in posti inutilizzabili”. A Parlare è Fausto Bertoncelli, responsabile (attivissimo e combattivo) dell’ufficio Benessere Ambientale del Comune di Ferrara che risponde, in maniera molto chiara ed esaustiva, alla polemica innescata da Nicola Lodi (Lega Nord) sui parcheggi a pagamento per i disabili.
Bertoncelli spiega subito quale sia la situazione ‘reale’ nei parcheggi Kennedy e San Guglielmo, quelli presi di mira dal segretario del Carroccio. È vero che i posti disponibili all’interno dei varchi sono a pagamento, ma è anche vero che è stata fatta una scelta: quella di spostare fuori gli stalli gratuiti per chi espone il contrassegno. “È la soluzione più funzionale e meno discriminatoria”, spiega Bertoncelli. Tradotto, significa che i posti gratuiti relativi ai parcheggi Kennedy e San Guglielmo sono stati spostati fuori con il chiaro intento di posizionarli nei luoghi di maggiore interesse per le persone, più facili da raggiungere e più vicini alle destinazioni solitamente ricercate in zona. Tant’è che “le associazioni dei disabili che ho sentito io non ne sapevano nulla di questa polemica. Vorrei capire chi si è lamentato con il segretario della Lega Nord, se c’è bisogno di chiarimenti io sono sempre disponibile”. Inoltre, fuori da entrambi i parcheggi è ben segnalata la possibilità di avere i corrispondenti spiazzi gratuiti, con l’indicazione delle vie dove si trovano.
Insomma, per farsi un’idea (anche dal punto di vista del rispetto delle normative che impongono un posto riservato ogni 50 parcheggi), il perimetro dei parcheggi Kennedy e San Guglielmo andrebbe esteso oltre le sbarre.
Nel parcheggio Kennedy i posti interni per i disabili sono 10 a pagamento mentre quelli esterni sono 7, che si trovano in via Kennedy, in via Bologna e in via Baluardi sono gratuiti.
In San Guglielmo i posti interni (a pagamento) sono 2, mentre quelli esterni (via Palestro, via De Pisis e Piazza Boldini) sono 5.
“Le norme ci sono ma vanno intese in maniera più prestazionale che prescrittiva – spiega Bertoncelli -: non ce ne facciamo niente di posti che rispettano la legge ma sono inutilizzabili. È un po’ come la pendenza delle rampe: la legge dice che può arrivare fino all’8%, ma è una bella salita e non va bene”.
Il responsabile dell’ufficio Benessere ambientale fornisce anche alcuni numeri. Sui circa 3mila stalli a pagamento presenti in città, 100 sono aree disabili. Tra i parcheggi ‘liberi’, le aree disabili sono 562, 297 di queste sono entro le mura e a queste si aggiungono le 269 aree riservate da chi ne fa richiesta e ne ha diritto. “Per i parcheggi ‘blu’ – spiega Bertoncelli – abbiamo un posto auto garantito ogni 30”.
A ciò si aggiunge che Comune e associazioni hanno raggiunto un accordo con Ferrara Tua affinché le auto con contrassegno – che si chiama Cude – possano parcheggiare nelle ‘strisce blu’ in maniera gratuita e senza vincoli temporali.
I problemi risiedono altrove, ovvero nell’utilizzo scellerato dei contrassegni, che sono di natura strettamente personale, ma che vengono esposti anche quando il disabile non si sposta con l’auto. “Dovrebbero essere esposti solo quando la persona è a bordo, ma se ne fa un’utilizzo improprio, soprattutto da parte dei familiari delle persone disabili”, spiega Bertoncelli, che mostra ai giornalisti un grosso faldone che raccoglie 6 mesi di rilievi di condotte molto sospette: “In via Palestro ci sono ogni giorno 25 auto con il contrassegno parcheggiate nelle strisce blu, secondo voi sono davvero tutti disabili? – chiede retoricamente il funzionario comunale -. La stessa cosa succede anche in via Cortevecchia”.
A Ferrara sono stati concessi circa 13mila Cude, “ma quelli effettivi sono 7mila”, spiega Bertoncelli che rivela che il Comune sta procedendo a una revisione: molti permessi sono stati trasformati negli anni, in maniera quasi automatica, da temporanei a permanenti, senza che ci fossero le esigenze effettive. Significa che in molti oggi espongono un contrassegno senza avere alcuna disabilità. E già la sola nascita del ‘suo’ ufficio ha portato molti benefici: “Prima venivano presentate circa 15 domande al mese e venivano approvate senza verifiche, oggi, da quando abbiamo cambiato il questionario e facciamo effettivamente i controlli, sono passate a 5, di cui 2 vengono approvate”.
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