Cento
1 Novembre 2017
Uno dei medici imputati per la morte di Giuseppe Mortilli ha spiegato di aver fatto tutto ciò che poteva per salvarlo e il perché non capì subito che fosse uno shock anafilattico

Morì al poliambulatorio. Il medico: «Fatto tutto il possibile per tenerlo in vita»

di Daniele Oppo | 4 min

Leggi anche

Piena dei fiumi. L’allerta passa da rossa ad arancione

Passa da rossa ad arancione l'allerta dei fiumi in provincia di Ferrara. Bollettino valido dalla mezzanotte del 26 a quella del 27 dicembre e riguarda i territori comunali di Cento, Terre del Reno, Poggio Renatico e Argenta

Albero colpisce l’auto, illeso il conducente

Stava viaggiando a bordo della propria automobile in via Caretti, quando il forte vento ha fatto cadere un albero che ha colpito violentemente il cofano dell'automobile, senza fortunatamente ferire il conducente, unico a bordo

Lupi vicino alle abitazioni: “Avvistamenti normali, niente panico”

Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sulla presenza del lupo nel Ferrarese: avvistamenti ravvicinati, timori dei residenti che si armano di spray al peperoncino e bastoni, preoccupazione per bambini e animali domestici. Per fare chiarezza e riportare la discussione su un piano scientifico e informativo, abbiamo raccolto le risposte di Riccardo Gennari, portavoce di Wolf Group Italia e guida naturalistica, che da anni opera sul territorio insieme alle istituzioni

L’Emilia Romagna approva una manovra da 14,3 miliardi di euro

Una manovra da 14,3 miliardi di euro (di cui 10,5 per la sanità) che prevede, fra le altre misure, l’incremento di 25 milioni di euro del Fondo per la non autosufficienza, il raddoppio dei fondi per il contrasto al dissesto idrogeologico e la conferma di tutte le misure di rafforzamento dei servizi educativi e per le politiche culturali, lo sport, il turismo e l’agricoltura

«In tutta coscienza, ritengo di aver fatto tutto quello che era umanamente e scientificamente possibile per mantenerlo in vita». È quanto ha affermato Emmanuele Vece, uno dei due medici a processo per la morte dell’imprenditore Giuseppe Mortilli nel poliambulatorio “Villa Verde” il 24 marzo 2015.

Vece – difeso dall’avvocato Michele Ciaccia – ha accettato di sottoporsi all’esame e raccontare per la prima volta al pm Giuseppe Tittaferrante come andarono le cose quel tragico giorno e, soprattutto, perché non intervenne somministrando dell’adrenalina come previsto in caso di shock anafilattico. Mortilli infatti morì per arresto cardiaco a seguito di anafilassi scatenatasi dopo la somministrazione di un antibiotico da parte di Vece – che più volte ha sottolineato il suo rapporto di amicizia con il paziente -, per combattere febbre e altri sintomi che stavano colpendo l’imprenditore dopo un’operazione all’uretra. Era il terzo antibiotico che veniva usato a causa dell’inefficacia degli altri due.

Poco dopo la somministrazione, Mortilli – che aveva la febbre oltre i 38° gradi – forse avvertì un primo malore e andò in bagno dove vomitò. Al suo rientro nell’ambulatorio la fidanzata richiamò l’attenzione di Vece – impegnato a rispondere al telefono dell’ambulatorio – in merito allo stato di salute del paziente e Vece subito si attivò, notando uno stato di evidente affaticamento. «Ho pensato a una crisi lipotimica», cioè a  uno svenimento, ha spiegato l’imputato, «poi ho rilevato i parametri vitali: il polso era debole ma presente e aveva un po’ di difficoltà a respirare. Era un paziente obeso e non ho pensato subito allo shock, anche per via dell’anamnesi negativa e per il fatto che non avesse segni cutanei che si manifestano nell’85% dei casi di shock anafilattico».

Notando che le cose peggioravano, si fece aiutare dalla fidanzata a stendere il paziente per terra e nel frattempo chiamò aiuto. Dopo poco accorse il dottor Roberto Biscione dall’ambulatorio accanto – anche lui imputato, difeso dall’avvocato Marco Linguerri – che chiamò il medico anestesista mentre Vece allertava il pronto soccorso. Nel frattempo partirono con le manovre per la rianimazione cardio-polmonare, dandosi il cambio.

Il tutto – secondo il racconto – nel giro di un minuto o poco meno, troppo poco per valutare nel loro insieme tutti quei sintomi «aspecifici» che potevano essere uno shock anafilattico così come altre situazioni. «Io mi sono trovato di fronte a un arresto cardiaco e pensavo a mantenere il circolo, non ho avuto il tempo di fare un’analisi differenziale». Alle contestazioni del pm sulla mancata o tardiva diagnosi dello stato di shock, il medico ha risposto spiegando che quella fosse «una sequenza atipica, mai vista una reazione anafilattica che si concretizza in un arresto cardiaco in 60 secondi o meno. In quel tempo io non sono riuscito a diagnosticarlo e non so se sia umanamente possibile». E, comunque, «l’arresto cardiaco non mi dava margine, dovevo pensare a sostenere il circolo».

C’è anche una questione ulteriore. Anche se avesse diagnosticato lo shock, all’arrivo del carrello per le urgenze l’imprenditore era già in arresto cardiaco e il carrello non conteneva l’adrenalina, il presidio salvavita in questi casi, conservata – vista la sua facile deperibilità – in un frigorifero. Il medico avrebbe comunque potuto solo fare una iniezione intramuscolare che, ha spiegato Vece, «ha senso solo in una situazione con circolo», esclusa in un arresto cardiaco. L’iniezione per via endovenosa praticabile in quelle condizioni, come emerso dal processo, è invece specializzazione del medico anestesista, formato per una rianimazione avanzata. Ma, come rilevato dallo stesso professionista intervenuto e ascoltato come testimone, al suo arrivo (dopo circa 3-4 minuti) la situazione era già ampiamente compromessa e trovare una via periferica era particolarmente difficile in quel paziente (che era obeso), in quello stato.

Per l’altro medico imputato – anche lui sentito in udienza – l’ipotesi accusatoria sembra essere molto, molto più rarefatta: è emerso chiaramente dal processo che il suo intervento avvenne solo in aiuto del collega in difficoltà che, peraltro, nella concitazione del momento non ebbe il tempo di riferirgli di aver somministrato poco prima un antibiotico al paziente.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com