Una posizione per volta, ciascuna da analizzare con l’aiuto dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate. È così che procederà d’ora in poi il processo per truffa e appropriazione indebita a carico del commercialista Riccardo Schincaglia.
L’accusa per il ragioniere (difeso dall’avvocato Alberto Bova) è quella di aver defraudato lo Stato con false compensazioni Iva per i propri i clienti, e di aver indebitamente trattenuto da questi ultimi una somma pari a circa 500mila euro.
L’esame delle singole posizioni è iniziato con l’udienza di lunedì mattina e proseguirà per tutto ottobre relativamente alle parti offese costituitesi parti civili, per passare poi alle altre parti che sono rimaste fuori dal processo.
Tra le cose rilevanti emerse lunedì ci sono almeno due dichiarazioni del funzionario dell’Agenzia delle Entrate: la prima è che dai loro controlli risulta che la maggior parte dei clienti di Schincaglia coinvolti nella (presunta) truffa fosse di origine straniera; la seconda e molti di essi non sapessero minimamente come compilare una dichiarazione con il modello F24, e per questo si affidavano completamente al commercialista.
Entra nel vivo il processo contro il commercialista Schincaglia
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