Un altro pezzo della mia vita è andato. Rodolfo Perini, personaggio pubblico, conosciutissimo nel mondo della pallacanestro se n’è andato. Era da tempo in cattiva salute, ma noi che non e conoscevamo bene la situazione speravamo si rimettesse. Dicevo: un altro pezzo della mia vita. Per me Rodolfo era uno dei tanti amici d’infanzia, in quartiere che gravitava attorno alla Chiesa e Oratorio di San Benedetto a Ferrara. Eravamo divisi allora in “I lazarùn dal piazàl dlà Ciéśa ad Sanbandét ”. Più che altro rompevamo le scatole a chi abitava lì attorno con le nostre interminabili partite a calcio, con relativi schiamazzi. Ritenuti teppisti e “comunisti”. In effetti nessuno di questi ebbe mai problemi con la giustizia o fece carriera politica. Oppure i bravi ragazzi “I baśapiléti, pritìƞ e ciarghìƞ”. In effetti quelli che poi più s’avvicinavano e collaboravano con le attività di Parrocchia. Oggi ci sono i “Ragazzi di Sambe” che frequentano le svariate attività della storica Parrocchia. Non ci sono più “I lazarùn dal piazàl”, anche perché oggi sarebbe problematico giocare a pallone fra le tante automobili lì posteggiate. Rodolfo, faceva il portiere nelle nostre partite di calcio. Giocò un po’ in porta, ma poi scelse la pallacanestro ove come atleta non lasciò segno, ma poi il percorso nel mondo del basket lo vide protagonista, in campo Nazionale e non solo, per anni. Ci perdemmo di vista , salvo qualche sporadico incontro nel Provveditorato Agli Studi ove io ,lavoravo e lui veniva ad incontrare il Professor Benetti o “Mamo “ Calabresi. Responsabili di Educazione Fisica di quell’Ufficio Scolastico. “Ciao Cicio, (mi salutava col soprannome d’infanzia che pochi ancora mi appioppano,) cum bùtla?” Qualche battuta e poco altro. Ha raggiunto tanti amici, di tempi, che ci hanno lasciato. Uno scienziato giorni fa, parlando del tempo in televisione, della teoria che sostiene non esista, ma sia invenzione dell’uomo; mi ha creato un po’ di confusione mentale: perché allora ho i ,(pochi,) capelli bianchi? Fatico a fare cose che anni fa mi erano tanto agevoli ? Perché “Pero”, “Ioio”, “Brunin”, “Megia”, “Al Biónd”, in compagnia di tante persone care non sono più qui con noi? Perdonate l’ironica divagazione. Tempo o non tempo … ciao Rodolfo e con te, tutti gi altri. Vi dedico una mia vecchia poesia- preghiera.
Maurizio
‘NA SÌRA… N ‘AMÌGH
Un piànt scunì
dur cmè la not,
dur cmè al tò adìo…
Piaη al gneva zó
dal miè guanć veci,
ch’ aη sintiva lagram
da sémpar,
o…da putiη;
ad là dl’arcord dal temp,
ad là dal dsmantgàras dì àn,
ad là dlà memoria.
Cón preputèηza imperiosi,
gl’arturnava;
par sgnàr slà fàza un stràzi,
par ti, che nà sira…
Dò picul góz ,
dù mesàg ad triséza
gnudi fòra dal cuor;
par sdraiaras piàη slà tèra
indov t’at póηsi… amigh!
UNA SERA, UN AMICO
Un pianto greve
duro come la notte,
duro come il tuo addio…
Piano scendeva
dalle mie gote vecchie,
che non percepivano lacrime
da sempre,
o… da bambino;
oltre il ricordo del tempo,
oltre l’oblio degli anni,
oltre la memoria.
Prepotentemente imperiose,
tornavano;
per segnare sul viso uno strazio,
per te, che una sera…
Due piccole gocce
due messaggi di tristezza
uscite dal cuore ,
per adagiarsi sulla terra
ove riposi…amico!