Invocare “Mai più” in Israele, mentre muoiono ancora bambini
"Mi occupo di ricerca sull'Olocausto da 40 anni: non avrei mai immaginato che lo Stato ebraico avrebbe bombardato a morte bambini affamati"
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1 Adolescence, su Netflix, è la storia di un ragazzino di 13 anni che uccide a coltellate una sua coetanea. Lei è una ragazzina in difficoltà, presa in giro, poco inserita. Lui anche. Forse è il comune disagio che lo induce a sperare l’impossibile: che lei trovi...
Disarmare la Terra oggi è un imperativo morale: ripetere queste parole di Papa Francesco è un reato?
La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto
Come spiegare ai colleghi metalmeccanici che non dobbiamo fare una guerra contro chi difende i diritti dei lavoratori? Fino a che punto ci si può spingere pur di mantenere il proprio posticino di “potere”? Dipendenti che non scioperano pensando di essere salvi dai...
Carissimi Amici del Dialetto Ferrarese e delle vecchie tradizioni del nostro territorio,
oggi l’invasione mediatica di ogni sorta di cibi più o meno prelibati ci subissa di proposte culinarie. L’antica cucina della zona di Ferrara proponeva gustosissime portate: primi, secondi e dolci eccezionali. Vi propongo in rima dialettale il ricordo nostalgico dei cappelletti che mi preparava nonna Bianca. Rimasto orfano a otto anni, la nonna mi accudì per un certo periodo d tempo. Il suo dolce ricordo, spesso si confonde con le prelibatezze; apprezzate anche perché sul tavolo comparivano pochissimi giorni all’anno: troppo costosi le famiglie uscite faticosamente da una terribile, drammatica guerra. Maurizio
I CAPLÌT AD MIÉ NÒNA
Mié nòna Bianca, da témp l’è sù iη Ziél,
con donn e òm seηza pcà, framèz al stél.
A péηs coƞ ‘na zèrta iηvidia che lasù,
l’àgh farà i magnàr che mi j’ò pardù!
Si, a sòn cuƞvint che prèst j’à imparà,
ad chì caplìt, ch’l’è la so’ specialità.
Ah caplìt: invenziòn ad sicùr dal Sgnòr,
dà in Tèra a ‘na dòna dal maη d’or!
Impusibul dsmaƞdgàr cum j’éra bùη,
cmè Lié a n’èra riuscì a far nisuη !
Batù coη segrét ad vècia cuśìna,
pasta coƞ fiòr e òv tiràda fina,
lavuraziòη fàta d’amòr e pasiòη,
patrimòni dnà volta, sol ad zèrt dòη.
Miè nòna con dièś fiò da tirar sù,
la truvàva al tèmp anch… pr’al ragù,
far da magnàr l’era un rit, ‘na Fuƞziòη
e al la faśeva con rispèt e sudisfaziòη,
e quand i so’ caplìt i gηéva magnà,
Nadal e Pasqua j’era festività !
-Al dì d’inquó is pòl aηch magnàr tut i dì,
mò j’éra n’altar quél quéi ch’at fasèv tì.
Ciao nòna Bianca, at salut coƞ rimpiant,
e coƞ tì… chì caplìt ch’im piaśéva tant!-
I CAPPELLETTI DI MIA NONNA
Mia nonna Bianca, da tempo è in Cielo,
con donne e uomini senza peccato, fra le stelle.
Penso con invidia che lassù,
farà loro i pranzi che e che io ho perduto!
Si, sono convinto che presto hanno saputo,
di quei cappelletti, che sono la sua specialità.
Ah cappelletti:invenzione di sicuro del Signore,
data in Terra a una donna dalle mani d’oro!
Impossibile dimenticare com’erano buoni,
come Lei non era riuscito a fare nessuno!
Battuto con segreto di vecchia cucina,
pasta con farina e uova tirata sottile,
lavorazione fatta d’amore e passione,
patrimonio antico, solo di certe donne.
Mia nonna con dieci figli da accudire,
trovava il tempo anche per… fare il ragù,
far da mangiare era un rito, una Messa
e lo faceva con rispetto e soddisfazione,
e quando i suoi cappelletti venivano mangiati,
Natale e Pasqua erano festività!
-Oggigiorno si possono mangiare tutti i giorni,
ma erano altra cosa quelli che facevi tu.
Ciao nonna Bianca, ti saluto con rimpianto,
con te:quei cappelletti che mi piacevano tanto!-
Dedicata ad una di quelle “nonne” che non esistono più:nonna Bianca, dal”nipotino”, Maurizio!
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