Attualità
21 Gennaio 2017
Foglietta presenta il volume sulle modalità di razionalizzazione. Carradori: "Il criterio del costo standard è una truffa"

Come uscire dalla crisi della sanità?

di Ruggero Veronese | 3 min

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Come uscire da una crisi del sistema sanitario nazionale in cui, solo negli ultimi sette anni, sono mancati all’appello 17 miliardi di euro rispetto alle previsioni sui costi standard? Secondo l’ex dg dell’Ausl Fosco Foglietta, che ieri ha presentato il suo volume ‘Crisi e dopo-crisi del Servizio Sanitario Nazionale’, la strada passa per una costante razionalizzazione dei servizi, uniforme a tutti i livelli e capace di riprodurre e diffondere le sperimentazioni più efficaci.

Possono sembrare semplici norme di buon senso, eppure è su questi temi che la sanità italiana si è letteralmente incartata dai primi anni 2000: con quali criteri si possono abbassare i costi senza impattare sui servizi? Quali modelli organizzativi adottare? Come integrare il servizio pubblico alle prestazioni private? Come snellire l’apparato amministrativo attraverso fusioni e accentramenti? Temi di costante attualità, come conferma il dg del Sant’Anna, Raffaele Carradori, che durante il proprio intervento ammette che “diciamo queste cose da tre lustri, ma siamo qua ancora a dire che non sono state realizzate”.

Considerazioni a cui Carradori non si sottrae, pur difendendo il livello dei servizi in Emilia-Romagna nell’era di grandi tagli alla spesa pubblica. Tagli che rendono impossibile e contraddittoria l’applicazione del criterio della spesa standard per il finanziamento delle aziende sanitarie: “È la negazione di ciò che si prospetta – afferma Carradori -, perchè in teoria lo Stato dovrebbe erogare le risorse per le prestazioni previste sui territori, ma in realtà le ripartisce a seconda delle disponibilità che ha sul momento. È una truffa, perchè il principio del costo standard è sacrosanto, ma viene affrontato in una modalità che lo rende impossibile”.

Come fare allora per rendere le norme compatibili con la realtà dei fatti? A provare a dare ordine e soluzione è il libro di Foglietta, in cui l’autore descrive alcune delle ‘buone pratiche’ già esistenti – o esistite – nelle varie realtà locali che potrebbero essere diffuse a livello nazionale. Pur non entrando esplicitamente in tema di referendum, l’ex dg Ausl fa intendere chiaramente che rivalità e campanilismi tra le varie regioni hanno contribuito non poco al crollo dei servizi e al commissariamento di intere aziende sanitarie, è che solo il ritorno a un modello nazionale potrebbe riportare ordine e parità di trattamento nel sistema.

Ma più che a un ‘classico’ accentramento, Foglietta pensa a un sistema di condivisione e collaborazione tra le realtà locali: “Occorre monitorare a livello nazionale e regionale le gestioni che stanno producendo i modelli migliori. Ci sono centinaia di buone esperienze non conosciute e di sperimentazioni che vengono abbandonate dopo aver portato risultati positivi: andiamole a scovare e creiamo un sistema di raccolta e valutazione. Questo ci permetterà di avere sistemi già pronti per l’uso. Non dobbiamo più parlare di ciò che sarebbe bello, ma di ciò che ha funzionato e che possiamo riproporre”.

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