Quanto costeranno nel 2017 le prestazioni dell’Asp? Quali saranno le priorità dell’azienda controllata dal Comune? Ma soprattutto: vale la pena riflettere su eventuali esternalizzazioni nell’ambito dei servizi sociali? Questi i punti discussi da maggioranza e opposizioni durante la quarta commissione consiliare, nella quale l’assessore Chiara Sapigni ha comunicato la proroga di tre mesi (fino al 31 marzo) dell’attuale contratto di servizio da 7,2 milioni di euro all’anno (7,7 includendo gli affidamenti aggiuntivi) che lega Comune e Asp.
Un incontro che vede i consiglieri in quota Pd, M5S, Gol, Sel e Forza Italia discutere soprattutto della questione più ‘di principio’: i servizi sociali devono essere affidati a società pubbliche come l’Asp o ad aziende private? Il dibattito prende il via dopo che l’assessore descrive l’iter verso il nuovo contratto di servizio: nei prossimi tre mesi la commissione ne discuterà i dettagli (a livello di prestazioni e prezzi) per poi arrivare a una bozza definitiva. Ma se la discussione riguardasse il ruolo stesso di gestore diretto affidato all’Asp? Ad avanzare il dubbio è Ilaria Morghen del M5S: “Siamo sempre stati critici verso questo modo di finanziare il progetto. Vogliamo che si vada a bando il prima possibile”.
Si riapre così l’eterna diatriba tra gestione pubblica ed esternalizzazione dei servizi, che vede Pd contrapposto a M5S, con gli altri partiti in posizioni più intermedie. Secondo Morghen i problemi della gestione diretta da parte dell’Asp sono causati “dalla gestione monopolistica del servizio”, che impatterebbe negativamente su costi e qualità. “La stessa situazione verteva nelle aziende ospedaliere – continua la consigliera -, che nel corso degli anni hanno dovuto efficientare i propri servizi, anche attraverso le esternalizzazioni”.
Forse non proprio l’esempio più calzante di efficienza, almeno a Ferrara, se si considera l’impennata dei costi dei servizi no-core a Cona affidati a Progeste (raddoppiati rispetto ai 23 milioni all’anno preventivati inizialmente) e le polemiche dell’estate scorsa sul trasporto infermi. Ma i peculiari costi della sanità ferrarese non emergono né dalle repliche del Pd né dalle critiche della pentastellata, secondo cui “alcuni servizi dell’Asp potrebbero essere fatti con migliore qualità o minor prezzo attraverso le esternalizzazioni”.
E se invece fosse il Comune ad erogare direttamente i servizi affidati all’Asp, di cui è socio al 98% (il restante 2% è diviso tra i Comuni di Masi Torello e Voghiera)? A proporlo è Francesco Rendine di Gol, che vede le aziende pubbliche come un possibile strumento per aggirare il blocco al personale negli enti pubblici, ed eventualmente per favorire gli affidamenti di incarichi ‘ad personam’. “E’ vero che il personale è assunto tramite concorso – afferma il consigliere -, ma ci sono casi di persone legate al ‘carrozzone’ che hanno avuto incarichi di rilievo nelle municipalizzate”. Un punto che per la maggioranza passa in secondo piano, con Alberto Bova di Ferrara Concreta a ribattere che “sono coincidenze”.
Battibecchi e sospetti a parte, è proprio il nodo della gestione del personale a giustificare, secondo l’assessore Sapigni, l’esistenza dell’Asp. La maggior flessibilità nei contratti del personale permette infatti le sostituzioni temporanee durante le lunghe assenze (la maternità è il caso più frequente), là dove un Comune sarebbe costretto ad assumere in via definitiva. A questo si aggiungono l’assenza dei vincoli di bilancio del patto di stabilità e la possibilità di usufruire del sostegno dell’Inps, precluso agli enti pubblici. Ora spetterà ai membri della commissione avanzare proposte sul prossimo contratto di servizio tra Comune e Asp. O, in alternativa, rilanciare la discussione e puntare all’esternalizzazione.
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