I danni a lungo termine causati dal consumo di droghe, il preoccupante ritorno in scena dell’eroina, le inaspettate e devastanti conseguenze dei cannabinoidi sintetici: questi alcuni degli argomenti che hanno destato più interesse tra i circa 120 studenti delle scuole superiori presenti al convegno “Droga nelle scuole: emergenza educativa”, organizzato dalla questura di Ferrara in Sala Estense. Un incontro rivolto soprattutto agli adolescenti ma a cui hanno preso parte – quasi in egual numero – anche buona parte delle autorità cittadine e numerosi agenti e ufficiali delle forze delle ordine.
Il senso del convegno è chiaro fin dai saluti iniziali del questore Antonio Sbordone, del prefetto Michele Tortora e del sindaco Tiziano Tagliani, che mettono l’accento sul l’importanza di prevenzione e buona informazione tra i più giovani. Ognuno da diverse prospettive: se Tortora si dice preoccupato in particolare dal “ritorno delle droghe pesanti tra gli adolescenti, in particolare l’eroina”, Sbordone sottolinea la necessità di fare prevenzione all’interno delle scuole, a volte insospettabili luoghi di spaccio come dimostrato anche dalle recenti operazioni della questura.
L’unico appunto al convegno, da parte di alcuni degli insegnanti presenti, sta nel suo approccio fortemente istituzionale: autorità nei posti d’onore e studenti in fondo alla sala dalla decima fila in poi. Se ne accorge anche Tagliani che dal palco ricorda che “siete nella seconda parte della sala, ma questo convegno è dedicato a voi” per poi chiedere più attenzione al tema del consumo di droga e oltre che a quello, più legato alla cronaca, dello spaccio: “Ma è questo l’aspetto che ci deve preoccupare di più, anche se la città è molto concentrata sui problemi legati alla microcriminalità”.
Tra gli interventi che rimangono più scolpiti nella memoria dei presenti vi è sicuramente quello del microbiologo Matteo Marti sugli effetti a breve e lungo termine delle sostanze stupefacenti, in particolare quelle sintetiche di più recente introduzione. Le battute e le risate degli studenti nella penombra si fermano all’unisono quando il professore lancia i video sugli effetti degli – ancora poco conosciuti – cannabinoidi sintetici, sostanze ‘sostitutive’ della cannabis tradizionale con effetti devastanti e potenzialmente addirittura letali. Di particolare impatto la storia di Emilia Bauer, una ragazza tedesca che a 17 anni ha perso vista e capacità motorie dopo aver fumato uno spinello di ‘spice’, una pericolosissima cannabis sintetica.
Ma anche la marijuana naturale non viene certo sdoganata, anzi vengono mostrate le sue conseguenze negative sullo sviluppo del cervello in età adolescenziale, in particolare per chi fuma la ‘skunk’, marijuana con enormi quantità di principio attivo.
Il silenzio degli studenti durante le spiegazioni su skunk e sostanze sintetiche, confrontato con il maggior brusio quando il discorso vira su droghe pesanti tradizionali e malattie sessualmente trasmissibili, ci dà forse dà alcune indicazioni sui ragazzi ferraresi e su ciò di cui hanno più timore o esperienza diretta. Gli insegnanti all’uscita si dicono molto soddisfatti dei contenuti dell’incontro, un po’ meno di alcuni aspetti organizzativi: “A stare così in fondo l’attenzione cala – afferma un’insegnante -. Dietro di me avevo alcuni ragazzi che avranno ascoltato sì e no 10 parole”. “Convegni di questo genere sono molto istruttivi e andrebbero ripetuti tutti i mesi – e l’osservazione di una collega – ma chiamando tutte le classi della provincia e non soltanto cinque o sei da tre istituti (Bachelet, Carducci e Copernico Carpeggiani, ndr). E magari con un po’ di coinvolgimento in più della platea”.
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