Scomparsa ragazza di 17 anni da Ferrara
La Prefettura ha reso noto che Bastaoui Maroua, 17 anni, è scomparsa in mattinata (domenica 28 dicembre) da Ferrara
La Prefettura ha reso noto che Bastaoui Maroua, 17 anni, è scomparsa in mattinata (domenica 28 dicembre) da Ferrara
Si presenta al controllo con documenti apparentemente regolari, ma qualcosa non convince i Carabinieri. In pochi minuti scatta la verifica e l'inganno viene smascherato: il 28enne alla guida era in possesso di patente e documento d'identità falsi e viene arrestato
Colto sul fatto mentre tenta di introdursi nella biblioteca comunale, prova a fuggire ma viene subito fermato dai Carabinieri. È finita così, nella notte del 26 dicembre, l'azione di un ventenne arrestato per tentato furto a Bondeno
La fotografia demografica dell’Emilia-Romagna al 1° gennaio 2025, secondo i dati Ires, restituisce un quadro complessivamente stabile, ma la provincia di Ferrara emerge come uno dei contesti più critici
Lo scorso 18 dicembre era andato sotto casa dell'ex compagna, dove la donna viveva col figlio e, impugnando una pistola, aveva iniziato a minacciarla. Per quel fatto, durante il pomeriggio della vigilia di Natale, un 70enne di Comacchio è stato arrestato dai carabinieri e messo ai domiciliari con l'accusa di stalking e minaccia
“Gli immigrati? Ospitali a casa tua”. Uno dei cavalli di battaglia preferiti dai detrattori dell’accoglienza è diventato realtà. Perché da oggi è davvero possibile ospitare i profughi nella propria abitazione. Stiamo parlando del progetto Vesta, partito in questi giorni a Bologna e presentato oggi al Festival di Internazionale in una biblioteca Ariostea gremita di pubblico.
Il programma di accoglienza dei rifugiati in famiglia, “o anche single e coppie che si riconoscano nel concetto di famiglia”, è “aperto a tutti” come spiegato da Federico Tsucalas, responsabile della cooperativa Camelot che gestisce il progetto e segue tutto il periodo dell’accoglienza in casa “che va da sei a nove mesi, al termine del quale le persone accolte dovranno inserirsi in autonomia nella società”.
Chiunque può candidarsi tramite la piattaforma online e, se supera la valutazione relativa alla disponibilità del luogo e del contesto famigliare, seguirà un corso di formazione per apprendere le nozioni base sull’accoglienza sia per l’aspetto burocratico che per quello psico-culturale. Si procederà poi all’attività di matching, per incrociare le disponibilità delle famiglie alle caratteristiche dei rifugiati, per arrivare alla firma finale del patto di accoglienza tra Camelot, famiglia ed enti locali.
L’inserimento in famiglia è integrato nella rete dello Sprar (sistema italiano di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) sia a livello organizzativo (ne beneficeranno i migranti che hanno già intrapreso un primo percorso di integrazione) che economico (verrà finanziato un contributo alla famiglia pari a 350 euro al mese).
Dall’avvio del processo a Bologna sono state ricevute una settantina di candidature e in questi giorni sono entrati in casa i primi undici ragazzi neomaggiorenni a cui si rivolge principalmente il progetto Vesta. “Non cerchiamo supereroi ma persone normali che vogliano aprire le porte all’accoglienza – sottolinea Tsucalas -. E’ una contaminazione tra il ruolo della cittadinanza e il ruolo del privato sociale, che fa un passo indietro per far sì che anche i cittadini possano partecipare: se ci fossimo solo noi ad occuparcene verremo tacciati di farlo per interesse personale, ma c’è bisogno di tutti“.
Una “accoglienza che viene dal basso“, quindi, con “l’obiettivo di diffondere il più possibile il progetto”. Si presuppone anche a Ferrara, vista la partecipazione tra il pubblico dell’assessore Chiara Sapigni.
All’incontro, intitolato “Che piacere avervi qui” e moderato da Stefania Mascetti di Internazionale, sono stati presentati altri “esempi positivi di accoglienza” nell’ambito dello sport (presente Carlo Balestri di Uisp nazionale che ha ripercorso il successo dei “mondiali antirazzisti”) e dello studio. Su quest’ultimo punto si è dilungata Alessandra Annoni, docente di diritto europeo dell’immigrazione a Unife, che ha illustrato il bando istituito dall’ateneo estense per i titolari di protezione internazionale.
La borsa di studio, che comporta l’esonero delle tasse universitarie e un contributo di 15mila euro, è stata vinta da Mervat Sayegh, giovane profuga siriana arrivata in Italia a febbraio grazie ai corridoi umanitari organizzati dalla Comunità di Sant’Egidio e ora iscritta alla Facoltà di Lettere dell’Università di Ferrara. “Grazie a Unife per aver capito che non vogliamo solo cibo e letto ma vogliamo vivere – commenta Sayegh con un italiano praticamente impeccabile -. Anche se abbiamo vissuto in paesi di guerra non vuol dire che non siamo uomini: quello che è vissuto è passato, non lo posso dimenticare ma penso al mio futuro”.
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