Politica
16 Settembre 2016
L'ex segretario nazionale dei Radicali a Ferrara per un incontro a favore della riforma Boschi

Referendum: il comitato del sì ‘recluta’ Giovanni Negri

di Ruggero Veronese | 4 min

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unnamed (2)Il referendum costituzionale in arrivo sarà l’ultima speranza del paese – almeno per parecchi anni a venire – di dare una scossa all’architettura istituzionale italiana. Ne sono convinti i quattro rappresentanti di Pd, Psi e dell’ex Partito Radicale che si sono dati appuntamento nel municipio di Ferrara durante un incontro pubblico sul quesito referendario. Ospite d’onore dell’evento l’ex segretario nazionale dei Radicali Giovanni Negri – che negli ultimi mesi ha lanciato il progetto politico ‘La Marianna’ per  ridare una prospettiva a tutti gli ‘orfani’ di Marco Pannella -, che ha affiancato i ferraresi Luigi Vitellio (Pd), Rita Cinti Luciani (Psi) e Mario Zamorani (Pluralismo e Dissenso).

Un incontro in cui si è discusso non solo dei motivi per appoggiare le modifiche costituzionali – che del resto trovano già d’accordo tutti i relatori -, ma anche dei modi più efficaci per far passare le ragioni del sì e per ‘disinnescare’ gli argomenti degli oppositori alla riforma: “C’è chi parla di deriva autoritaria e di una riduzione dei pesi e contrappesi – afferma Zamorani -, ma è difficile trovare un’affermazione più sbagliata. È vero l’esatto contrario: una Camera che non deve subire il continuo ping pong di leggi e proposte dal Senato si rafforza e diventa più autonoma rispetto al governo”.

Il discorso si concentra soprattutto attorno all’abolizione del bicameralismo perfetto, con Vitellio e Cinti Luciani a sottolineare l’eccezionalità del caso italiano, unico paese europeo in cui i due rami del Parlamento hanno gli stessi poteri e ricoprono le stesse funzioni. Ma il vero mattatore dell’incontro è Negri, molto critico soprattutto con il ruolo politico giocato negli ultimi anni – o decenni – da magistratura e giornalisti, che secondo l’ex segretario radicale hanno tolto credibilità e legittimità alla politica. “Nella partita referendaria sono per il sì per quanto riguarda la proposta, che viene dopo 15 anni di repubblica dei giudici e repubblica dei giornalisti che nonostante le forche e gli avvisi di garanzia hanno impoverito il paese”. Una “ingerenza” nella politica che Negri giudica assai più grave rispetto alle dichiarazioni dell’ambasciatore americano John Philips che si è espresso a favore della riforma: “La questione delle ingerenze non mi torna: due settimane fa il papa ha detto che uno dei candidati americani non è cristiano e nessuno ha detto nulla. Negli anni scorsi c’è stato un premier (Monti, ndr) nominato da Bruxelles e Berlino, un esimio professore fatto senatore a vita, nominato pochi giorni dopo capo del governo e che tre mesi dopo ha disegnato a Palazzo Chigi il simbolo del suo partito, ma nessuno parlò di ingerenza. Ma secondo voi sono cose normali in termini democratici?”.

unnamed (3)Ma secondo Negri a ostacolare la discussione sul vero quesito del referendum non sono solo stampa, magistratura e opposizione, ma anche la scelta di Renzi di personalizzare il voto. “È stato un errore impostare una riforma costituzionale senza dire che riguarda soprattutto principalmente i nostri figli e nipoti. Concentrandosi sulla propria persona Renzi ha ridotto la posta in gioco, quindi capisco come mai oggi i sondaggi sono così incerti”.

La soluzione secondo Vitellio e Cinti Luciani sta soprattutto nel rapporto diretto con la gente e con la capacità di mobilitare un attivismo a favore della riforma: “Credo che il modo per ‘spersonalizzare’ il referendum – afferma Vitellio – non siano le scuse del premier, ma che tutte le persone a favore della riforma comincino a parlare col proprio vicino di casa e a chiedere se ha capito il senso del quesito”. Il segretario Pd critica soprattutto le strumentalizzazioni politiche, anche interne al Pd: “C’è chi oggi parla di difendere i valori della Costituzione, ma il Titolo V della Costituzione è già stato toccato da un signore pugliese coi baffetti (D’Alema, ndr) che oggi si dice contrario. Questa riforma è nata con il Patto del Nazareno, ma chi l’ha sottoscritto oggi si dichiara contrario. Per fare del male a Renzi si rischia di fare del male a tutto il paese. Dobbiamo essere chiari e dire che l’Italia ha bisogno di un riassetto istituzionale forte”.

Anche secondo Cinti Luciani “il referendum si sta affrontando troppo dal punto di vista politico e troppo poco sul merito. Occorre promuovere delle iniziative e come socialisti a Ferrara faremo così. Se vince il no e si blocca il processo di cambiamento in questo paese, credo che per molti anni sarà difficile fare passi avanti con le istituzioni”.

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