Una vera doccia fredda per le famiglie dei due ragazzini, che fino all’anno scorso hanno regolarmente seguito le lezioni e che ora si domandano come mai la scuola ricominci per tutti i compagni di classe ma non per loro. Lo racconta Stefania, madre del 13enne che in questi giorni avrebbe dovuto iniziare la seconda media: “È perfettamente consapevole di quello che sta succedendo: guarda sua sorella, che frequenta la stessa scuola, mentre prepara lo zaino e sa di essere stato escluso dalle lezioni”.
Ma ciò che solleva più indignazione nelle famiglie sono le modalità con cui è stato gestito questo problema: “Parlare con il dirigente scolastico? Ci ho provato, ma è sempre irreperibile e per tutte le comunicazioni che mi ha fatto pervenire sono stata contattata dal personale della scuola. L’unica volta in cui sono riuscita a parlare con lui è stata all’inizio, qualche settimana fa: mi ha detto che c’erano problemi col personale e io mi sono resa disponibile a venirci incontro sugli orari, ad esempio facendo fare a mio figlio solo due o tre ore alla mattina invece di cinque. Poi oggi mi chiamano per dire che non è una soluzione possibile e che devo tenere mio figlio a casa. Chiedo che mi venga fatta copia scritta di questa dichiarazione ma mi dicono che anche questo non è possibile. Sa cosa mi fa veramente arrabbiare? Che questo trattamento è stato riservato proprio alle due famiglie più pazienti, quelle che si erano rese disponibili a venire incontro ai bisogni della scuola”.
Stefania e la sua famiglia non hanno intenzione di arrendersi e, prima di valutare ricorsi o strade legali, proveranno un ultimo confronto con la dirigenza della scuola: “Domattina sarò lì alle 8:30, voglio parlare con il preside e sentire cosa mi dice e il motivo per cui mio figlio non può frequentare la scuola dell’obbligo. E voglio che venga messo per iscritto”. Difficile, fino a quando l’istituto non chiarirà ufficialmente la propria versione, capire le cause dell’accaduto: se da un lato l’assegnazione degli insegnanti (nonché la spinosa questione delle assunzioni) non compete ai singoli istituti, dall’altro occorre capire anche i motivi dei ritardi nelle comunicazioni alle famiglie, che avrebbero potuto fare altre scelte prima di ritrovarsi in questo ‘limbo’ a scuola ormai iniziata. Ritrovandosi così di fronte a un triste paradosso: scuola dell’obbligo, ma obbligati a restare fuori.
“Cosa facciamo noi genitori – è lo sfogo sui social network di Stefania – di questi bambini speciali di cui tutti si riempiono la bocca di buone parole solo quando va tutto bene, ma che vengono discriminati e considerati un problema alla prima occasione?”.