Attualità
18 Luglio 2016
Ultimo atto formale dell'appalto: a Progeste altri 2,3 milioni. Chiuse anche le coperture assicurative del lotto Cona 1

Cona: finalmente il collaudo. Cinque anni dopo la fine dei lavori

di Ruggero Veronese | 3 min

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ospedale-cona1Il momento è finalmente arrivato: dopo cinque anni esatti dall’ultimazione dei lavori, un processo penale concluso senza colpevoli, una causa civile contro Progeste da 5,3 milioni di euro, il successivo accordo transattivo da 6,3 milioni, 46 verbali di visita firmati dalla apposita commissione e altri 2,3 milioni da versare nel 2016 alle imprese, l’azienda Sant’Anna ha finalmente ultimato e approvato il collaudo tecnico-amministrativo dell’ospedale di Cona. L’ultimo passaggio ufficiale per un’opera (il lotto ‘Cona 2’) che ha iniziato il suo percorso nel 2003 ed è costata in totale 187,4 milioni di euro, 29 in più di quanto preventivato inizialmente.

A ufficializzare l’atto tanto atteso è la delibera 124/2016, approvata l’8 luglio e firmata dal dg Tiziano Carradori (a fondo pagina), che ripercorre tutta la storia del ‘nuovo’ polo ospedaliero, ovvero da quando il 30 settembre 2003 fu approvato il progetto di fattibilità alla base del nuovo appalto ‘Cona 2’ (la prima porzione di ospedale era stata realizzata negli anni ’90 da CoopCostruttori) ai giorni nostri. A cosa serve il collaudo tecnico-amministrativo? Innanzitutto a verificare e ufficializzare la corrispondenza tra il progetto iniziale e l’opera realizzata (ed eventualmente a rivedere e compensare i costi sostenuti dall’appaltatore), ma anche per chiudere definitivamente tutte le procedure di garanzia messe in piedi durante l’appalto, come fidejussioni e polizze assicurative sottoscritte dall’azienda ospedaliera durante la fase di cantiere.

Da sottolineare un corollario interessante: quando parliamo di polizze assicurative e fidejussorie il discorso si allarga a tutta la storia della costruzione dell’ospedale. Dopo vent’anni si interrompono quindi anche i costi di garanzia sostenuti dal Sant’Anna dall’inizio dell’appalto per il lotto Cona 1. Il contratto sottoscritto con CoopCostruttori nel 1996, come riferito nella delibera firmata da Carradori, prevedeva infatti di “non provvedere allo svincolo della cauzione definitiva e delle ulteriori garanzie sui lavori, sino al termine dell’intera opera, fino a quando sarebbe stato possibile mettere in funzione ed a regime gli impianti, verificandone la compiuta esecuzione da parte dell’Appaltatore”.

Alla delibera è allegato il certificato di collaudo integrale firmato dai tre componenti della commissione Fulvio Rossi, Andrea Benedetti (unico condannato al termine del processo penale sugli appalti di Cona: sei mesi per abuso d’ufficio per ragioni di incompatibilità proprio con il ruolo di collaudatore) e Giuseppe Galvan. Pur dando il proprio ok all’opera, i tecnici sottolineano anche alcune criticità, in parte già emerse durante le cause giudiziarie: prima tra tutte il ‘puntellamento’ dei solai in corrispondenza dei bagni prefabbricati nei blocchi 38 e 39, la cui verifica “ha portato ad individuare insufficienze nelle condizioni di sicurezza, anche in conseguenza della eliminazione delle staffettature nelle nervature del solaio”, ma anche alcuni problemi minori come le cattive condizioni delle guaine sui tetti o delle piastrelle in alcune zone della struttura.

Il certificato di collaudo rappresenta anche la ‘resa dei conti’ finale tra stazione appaltante e appaltatore: la commissione in sostanza fa il conteggio finale di quanto ancora Progeste deve incassare dal Sant’Anna, al netto degli ‘sconti’ dovuti a difetti o ritardi dell’opera (circa 230mila euro in questo caso). La cifra finale ancora da versare a Progeste, già stanziata nel bilancio di previsione 2016, è di 2,3 milioni di euro, gran parte dei quali derivano dalle riserve per le materie prime (costi aggiuntivi sostenuti da Progeste durante l’appalto).

 

 

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