Sport
25 Aprile 2016
Il racconto di una notte intera di festeggiamenti per la promozione della Spal

La notte B…iancazzurra di Ferrara

di Federico Pansini | 7 min

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Finalmente si entra nel momento più vivo, bello e difficile della stagione. Dopo un lunghissimo campionato, che ha portato l’Adamant al secondo posto nel Play-in Gold, i ragazzi di coach Benedetto iniziano il loro percorso nei playoff: domenica alle 18:00 arriva alla Bondi Arena Oderzo per Gara 1 dei quarti di finale

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spal B 3Le riconosci immediatamente le facce di chi, nella notte tra sabato e domenica, ha coronato finalmente la realizzazione di un sogno lungo 23 (a maggio sarebbero stati 24) anni. Facce stanche, provate, assonnate. Facce, però, tremendamente felici. E sono tante, tantissime, in giro per Ferrara. Sono le facce di una promozione attesa, voluta, appunto sognata. Sono le facce di una giornata iniziata nel tardo pomeriggio di sabato al “Paolo Mazza”, proseguita lungo le vie del centro, terminata alle prime luci dell’alba di domenica. La Spal torna in serie B, vince matematicamente il girone B del campionato di Lega Pro con il pareggio per 1 a 1 contro l’Arezzo e scatena una festa difficile anche solo da prevedere per la partecipazione, l’intensità, le emozioni vibranti. Proviamo a raccontarvela, partendo proprio dal fischio finale della partita.

DELIRIO. 18,50, secondo più, secondo meno. Il triplice fischio del signor Viotti da Tivoli ha il rumore e il sapore di una liberazione per migliaia di tifosi e per una fede spesso messa a dura prova ma mai scalfita nella sua essenza più profonda. Una esultanza che vale due decenni: la Spal ritorna in B, per la prima volta dalla stagione 1991-1992. Una attesa spasmodica, una voglia di festeggiare smisurata che non conosce comprensibilmente neppure la richiesta di non invadere che durante la gara con l’Arezzo viene ripetuta a più riprese dallo speaker: passa forse un minuto dal termine della gara, e il campo si riempie di decine, poi centinaia, poi migliaia di supporters biancazzurri in preda alla gioia pazza, i cancelli di sbarramento vengono aperti per evitare che qualcuno si possa far male e il prato del “Mazza” viene preso d’assalto. Nel “mirino” di abbracci, baci, lacrime ci sono i protagonisti di questo cammino: i giocatori e mister Semplici. Nessuno si sottrae, nessuno scappa negli spogliatoi: la sintonia con il pubblico è totale, l’emozione è condivisa in ogni sua forma. Maglie, calzoncini, calzettoni ed anche scarpe da gioco vanno totalmente a ruba: Giani e compagni rimangono in mutande e con addosso solo la maglia celebrativa “Il sogno è Biancazzurro”. Le bandiere riempiono il rettangolo di gioco, dove i giocatori rimangono per diverso tempo, spostandosi da sotto la Curva Ovest all’ingresso per il tunnel degli spogliatoi. Mister Semplici piange, commosso. Viene accompagnato in un giro del campo che raccoglie applausi da chi ancora rimane in gradinata e tribuna. Sul campo sbuca anche il digì Vagnati, solitamente restio a lasciarsi andare: e invece il “Direttore” viene preso d’assalto, la tensione di una responsabilità pesantissima finalmente può scendere.

spal B 2La festa è solo all’inizio: i giocatori si spostano negli spogliatoi. Comincia il tradizionale assalto di gavettoni, tra acqua, spumante, birra. Presi d’assalto tutti e tutti finiscono sotto la doccia celebrativa: Francesco e Simone Colombarini, il Presidente Mattioli, i dirigenti e componenti dello staff biancazzurro, qualche giornalista e qualche fotografo che per mettere in salvo la propria attrezzatura prova la fuga. Invano. Semplici arriva trafelato in sala stampa, prova ad iniziare una intervista con le emittenti tv: giusto il tempo di dire “E’ una emozione straordinaria” ed ecco arrivare i suoi ragazzi che lo prendono e lo portano negli spogliatoi. La doccia è pronta anche per lui.

In campo proseguono i festeggiamenti: la Ovest, il cuore del tifo biancazzurro, è un misto di lacrime, cori, abbracci. I ragazzi di ‘8 settembre’ rimangono li, a cantare, seguendo un rituale quasi sacro degli ultimi tempi. Tamburi, mani, voci: la ‘musica’ della felicità, è sempre quella. E, nella pancia della “Campione”, sbuca prima mister Semplici, che ringrazia attraverso il megafono, poi, a turno, Nikita Contini (incontenibile) ed Eros Schiavon, tra i giocatori più amati dai supporters spallini che del centrocampista veneto non hanno dimenticato impegno, professionalità, attaccamento ai colori anche negli anni difficili del recente passato, prima del ritorno a Ferrara a gennaio di quest’anno.

Il campo, piano piano, va svuotandosi ed è da sottolineare quanto emerga, ancora, la civiltà del tifo ferrarese: nessun danno, nessuna zolla di terra portata via, le reti delle porte rimangono intatte. Nel rispetto assoluto di un campo che ciascuno dei supporters sente suo.

Ora, il fiume umano del popolo spallino si riversa in prossimità dell’ingresso degli spogliatoi. Nell’attesa che prenda forma il corteo annunciato dalla Curva Ovest. E che magari qualcuno dei giocatori o dirigenti biancazzurri esca per un saluto o un festeggiamento: lo fa Ceccaroni, a petto nudo, che viene travolto dalla festa, prima di richiudere la porta onde evitare l’invasione dei supporters in zona spogliatoi. Lo fa Davide Vagnati, in camicia, pugno alzato, un urlo liberatorio, che viene sommerso dai tifosi: ‘Un Direttore, c’è solo un Direttore!” cantano i tifosi.

CORTEO E PIAZZA. Saranno migliaia, ed è comunque difficile fare una stima. Ma la gente è tantissima nel serpentone che prende il via da Corso Piave in direzione Piazza Trento Trieste per la grande festa organizzata dalla società biancazzurra. In cima tutti i ragazzi della “Curva Ovest” muniti di megafono, a sgolarsi per cercare di coordinare il corteo: non sarà facile, l’entusiasmo è troppo, il frastuono è assordante. Ma il corteo parte, ordinato e colorato: nella notte rimbombano i cori, il buio è illuminato dalle torce. davanti a tutti il lungo stendardo “NON CAMMINERAI MAI SOLA” che nelle partite del “Mazza” è affisso ai piedi della Curva. Davanti al corteo il pullman della squadra, applaudita, incitata: i giocatori, con le sciarpe in testa, non si perdono nemmeno un minuto dell’incredibile entusiasmo e riprendono il tutto con cellulari e tablet.

La ‘marea’ biancazzurra giunge passo dopo passo sino in Largo Castello, angolo ‘4 s’. Lungo la strada si uniscono altri tifosi: il clima è pazzesco, unisce giovani e meno giovani, ultras e tifosi comuni, famiglie con i bambini, coppie di fidanzati ed anche semplici curiosi. I giocatori scendono dal pullman, vengono letteralmente trascinati in cima al corteo. Abbracciati, coccolati, riempiti di un ‘amore’ difficilmente spiegabile.

L’ultima sosta è all’altezza di Piazza Duomo: una invasione incredibile, altri fumogeni. Davanti ad uno dei simboli della città, si alza potentissima e “rimbombante”, la voce del popolo spallino. C’è chi si guarda, e non crede a quello che sta accadendo.

spal B 1PALCO. Il panorama, dal palco che guarda Piazza Trento Trieste, è da brividi. Migliaia e migliaia di persone, una platea da concerto, ma colorata di biancazzurro. Il presentatore della festa, Luca Antonelli, chiama ad uno ad uno tutti i giocatori: cori e applausi, applausi e cori. Li lanciano dal palco Giani e compagni, risponde e segue la Piazza. La fusione con i tifosi è totale. C’è mister Semplici che dedica la vittoria di un campionato così importante al suo papà, scomparso nei mesi scorsi: commuove e si commuove, il tecnico fiorentino. Tocca poi alla presentazione dei dirigenti: i rigraziamenti di rito, tanti applausi, Davide Vagnati che intona “E tanto già lo so che l’anno prossimo giochiam di Sabato, poi Simone e Francesco Colombarini che sembrano quasi increduli.

Tocca infine al “Pres”, Walter Mattioli, che sul palco arriva ‘scortato’ dai “miei ragazzi della Curva” come li chiama sin dal primo giorno. E parla al pubblico, con la genuinità di sempre, con la passione mai nascosta, con le parole che arrivano dritte dal cuore: “Vi voglio bene e sarete sempre nel nostro cuore – dice al popolo spallino – e vi ringrazio perchè siete sempre stati al nostro fianco. Abbiamo raggiunto questo sogno insieme, ora inizia una nuova avventura, voi stateci vicini e vedrete che faremo bella figura anche in un campionato così importante come la serie B”. Applausi, ancora. Ovazione.

I giocatori gli cantano “C’è solo un presidente”, e lui risponde con un sorriso: “Solo perchè vogliono il premio promozione!”, poi invita il pubblico a “…riempire lo stadio nuovamente per l’ultima partita casalinga del 8 maggio e magari organizzeremo una nuova grande festa come quella di oggi”.

Rimangono tutti sul palco, il microfono arriva prima nelle mani dei ragazzi della Curva che lanciano i cori ancor più amplificati dall’impianto audio della, poi passa a Nikita Contini ed ai compagni, che scelgono il modo più bello per salutare la Piazza: “Ferrara… I ragazzi volevano chiarire una cosa: CHI NON SALTA E’ UN REGGIANO OOOOH”.

Saltano tutti, ma proprio tutti.

Inizia un ora di musica, di balli sfrenati, che coinvolge tutti: giocatori, tifosi, dirigenti, giornalisti, fotografi. E’ da poco passata la mezzanotte: Giani e compagni si riversano per le vie del centro, brindisi a volontà.

I tifosi popolano il centro. Ancora cori che si diffondono lungo tutte le vie.

Alle prime luci dell’alba i bandieroni non hanno ancora smesso di sventolare.

Bentornata, Spal.

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