Cronaca
20 Aprile 2016
A luglio il processo per omicidio colposo per la morte dell’agente immobiliare

Caso Lamburghini, due chirurghi rinviati a giudizio

di Ruggero Veronese | 3 min

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Gaetano Lamburghini

Gaetano Lamburghini

Il giudice Franco Attinà ha rinviato a giudizio per omicidio colposo in concorso due chirurghi dell’ospedale Sant’Anna per la morte di Gaetano Lamburghini.

Gaetano Lamburghini, agente immobiliare di 66 anni, entrò in ospedale il 17 giugno 2014, due mesi dopo che gli fu diagnosticato un polipo nel colon, da asportare attraverso una colonscopia. Il 18 giugno si svolge l’operazione, successivamente alla quale insorgono immediatamente alcune gravi e inaspettate complicanze: due giorni dopo l’agente immobiliare torna d’urgenza sotto ai ferri a causa di una peritonite stercoracea, ma entra in coma e viene trasferito al reparto di rianimazione. Morirà il giorno dopo, 21 giugno, per uno shock settico irreversibile.

Dopo le indagini partite in seguito alla denuncia dei familiari della vittima, la procura iscrive nel registro degli indagati 25 persone tra medici e infermieri. Il consulente del pm, però, non individua alcuna responsabilità medica e il sostituto procuratore Giuseppe Tittaferrante chiese l’archiviazione.

Archiviazione alla quale fece opposizione – forte di una consulenza di parte che contrastava quella della procura – l’avvocato Dario Bolognesi, incaricato dalla famiglia Lamburghini per capire per quali motivi “un uomo forte e buono, pieno di vita, a soli 66 anni sia morto, nel giro di tre giorni dal ricovero per un intervento programmato all’intestino, non di urgenza ma di prevenzione”.

L’udienza che ne seguì portò all’archiviazione di tutte le posizioni, fatta eccezione per quelle dei medici chirurghi Gabriele Anania e Giuseppe Resta, i chirurghi che eseguirono l’intervento di sigmoidectomia con tecnica laparoscopica. Per loro il gup ha decretato il rinvio a giudizio e fissato la data di inzio del processo, che si terrà il prossimo 12 luglio.

“Oggi si trattava semplicemente dell’udienza preliminare – commentano a margine gli avvocati della difesa, Marco Linguerri e Michele Ciaccia -. Tutte le nostre argomentazioni verranno spiegate in dibattimento”.

Chi si dichiara “molto soddisfatto” è invece l’avvocato Bolognesi, per il quale “è importante che questo giudice abbia esaminato attentamente le consulenze delle varie parti e deciso per il rinvio a giudizio; lì si discuteranno le rispettive posizioni. Un approfondimento necessario alla luce delle argomentazioni espresse dalla nostra perizia”.

“Abbiamo avuto massima fiducia nella giustizia, fiducia che fortunatamente è stata confermata” aggiunge Michele Lamburghini, figlio della vittima, che ricorda come suo padre “una settimana prima del ricovero” fosse “in perfetta salute, tanto da permettersi di andare in Germania e Belgio in auto”.

“Quando muore una persona bisogna andare a fondo – prosegue -. Lo vogliamo fare prima di tutto perché crediamo che ci siano stati gravi errori dal momento del ricovero alla morte. Io, mia madre e i miei fratelli vogliamo andare avanti prima di tutto per lui, mio padre, e poi simbolicamente per altre persone nella stessa situazione che potrebbero aver subito ingiustizie e magari rinunciano a lottare perché non hanno la possibilità di difendersi”.

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