
Da sinistra: Marzia Marchi, Mauro Presini, Mauro Ballola, Corrado Oddi
“Da silenzio elettorale a silenzio totale”: bastano poche parole a Corrado Oddi del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua per racchiudere il senso di una critica che investe Comune di Ferrara, prefettura e Ministero dell’Interno. Responsabili di aver vietato per il prossimo weekend la raccolta firme per i sei quesiti referendari su scuola, inceneritori e acqua pubblica che si chiuderà il prossimo 9 luglio. La ragione, formalmente parlando, è la ‘sovrapposizione’ dei banchetti con il silenzio elettorale imposto dal referendum sulle trivellazioni di domenica. Ma c’è un dettaglio non da poco: i temi della raccolta firme non hanno nulla a che fare con la consultazione in corso domenica. E infatti nelle città circostanti come Bologna, Modena o Reggio Emilia la mobilitazione continuerà senza alcun impedimento.
A Ferrara invece, così come a Roma, i banchetti saranno vietati per tutto il fine settimana: un danno non da poco secondo i promotori della mobilitazione (Forum Movimenti per l’Acqua, Movimento per la Scuola Pubblica, campagna ‘Stop devastazioni’ per i diritti sociali e ambientali, Comitato Blocca Inceneritori e Movimento 5 Stelle), che hanno incominciato la raccolta firme nel fine settimana scorso e che ogni weekend e puntano a raccogliere a Ferrara circa 4mila firma per puntare a quota 500mila a livello nazionale, necessarie per proporre il referendum abrogativo (a Ferrara l’obiettivo è pari a circa 4mila firme). Le ragioni del divieto si leggono nel documento inviato dalla prefettura all’amministrazione comunale, secondo cui deve essere “applicato il fondamentale principio del silenzio elettorale a prescindere dal soggetto richiedente e dell’argomento posto alla pubblica attenzione”.
Una generalizzazione che solleva le ire dei promotori del referendum, secondo cui da parte del ministero dell’Interno sarebbe in atto un vero e proprio “boicottaggio” dell’iniziativa: “E questo blocco – afferma Oddi – potrebbe riguardare anche le elezioni amministrative di inizio giugno, impedendo un’altra settimana di raccolta firme”. Ma i promotori condannano anche l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, “che avvalla questa interpretazione inaccettabile”. Per la verità tra i se quesiti referendari che vengono proposti, ne compare anche uno attinente al tema delle trivellazioni, che propone di abrogare alcuni passaggi della legge del 1991 per rendere più stringenti i divieti di perforazione. “Ma se quello fosse il problema – afferma Mauro Ballola del M5S -, sarebbe bastato vietare la raccolta firme su quel determinato quesito, consentendola per quelli restanti”.
Ma “l’atteggiamento antidemocratico” dell’amministrazione ferrarese si manifesta anche in un altro modo, ovvero con quella che Mauro Presini del Movimento per la Scuola Pubblica definisce una “tassa sulla democrazia”: la tariffa e i regolamenti per l’occupazione del suolo pubblico. Che non solo a Ferrara ha il costo più alto se comparato alle città circostanti (55 euro al mese, contro i 20 euro al trimestre a Parma o addirittura nessun costo a Bologna o Reggio Emilia), ma deve anche fare i conti con gli eventi organizzati in centro storico. A Ferrara infatti non può essere concesso spazio a banchetti per iniziative politiche durante i grandi eventi come Buskers Festival o Palio: “Non si capisce quale sia il motivo di questa scelta – afferma Oddi -: i banchetti arrecano fastidio? Creano problemi agli eventi? I partiti si lamentano dell’antipolitica, ma in realtà con queste decisioni la stimolano e la producono”. E Presini sottoscrive e allarga il concetto: “È paradossale che molti politici si lamentino della poca partecipazione e poi a loro volta creino dei deterrenti invitando all’astensione o mettendo tasse e vincoli sul suolo pubblico. Sembra quasi paura che il popolo possa esprimere la propria vera opinione”.
Per questi giorni l’unica possibilità di vedere i banchetti sarà quindi lunedì sotto al volto del Cavallo. Per il momento la raccolta ha toccato quota 300 firme, più altre 350 nella provincia per il quesito sulla scuola pubblica. “Dopo un fine settimana siamo vicini al 10% del nostro obiettivo – commenta Oddi -: siamo ampiamente entro l’ordine di marcia”. Divieti e blocchi permettendo, ovviamente.
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