
(immagine di repertorio)
Forza Nuova ci riprova: costi quel che costi, quella bandiera dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) all’ingresso della sala consiliare del municipio di Ostellato, per i militanti dell’estrema destra, non ci deve proprio stare. E per chiederne la rimozione sono disposti a tutto, anche a scontrarsi sul piano legale col prefetto di Ferrara Michele Tortora, indicato come “chiaramente di parte” per aver fatto sommessamente notare che non esiste alcuna legge italiana che vieti a un’amministrazione pubblica di esporre in Comune un cimelio storico la cui tradizione risale alla Liberazione dal nazifascismo.
Forza Nuova Ferrara ha infatti fatto pervenire alla nostra redazione un comunicato stampa in cui annuncia che “la risposta del prefetto alla nostra richiesta di togliere la bandiera Anpi esposta in bella mostra al comune di Ostellato è chiaramente di parte, in netto contrasto con l’autorevole interpretazione, della normativa vigente, fornita dal rappresentante del governo (non meglio identificato, ndr) avanti al Senato della Repubblica e che a suo tempo inviò sotto forma di circolare a tutte le prefetture italiane”.
“Tortora – continua Forza Nuova – si dimostra un perfetto rappresentante di questo governo monocratico di parte avversa , per cui Forza Nuova ha dato mandato al proprio ufficio legale per far sì che il “Diritto” non sia a senso unico come dimostrato dalla più alta carica del governo in provincia , ma che sia super partes come dovrebbe essere in uno stato democratico”.
Per la cronaca (e in attesa di apprendere l’identità del ‘rappresentante del governo’ citato dai militanti, non raggiungibili telefonicamente in serata), la prima richiesta di rimozione della bandiera era basata sul decreto del presidente della Repubblica 121/2000 (regolamento per l’affissione delle bandiere istituzionali) e ipotizzando anche per gli amministratori di Ostellato i reati di abuso d’ufficio e vilipendio della bandiera, erroneamente indicati da Forza Nuova agli articoli 292 e 323 del codice di procedura penale (in realtà si tratta del codice penale). Con i tempi che corrono – tra crisi bancarie, tensioni geopolitiche ed economia ancora arrancante – viene davvero da chiedersi a chi giovi una simile battaglia politica.