Chiarezza sull’installazione di un nuovo radar militare a Poggio Renatico. È quanto chiede Giulia Gibertoni, capogruppo M5S in Regione, che ha presentato una interrogazione sul caso del nuovo impianto in via di realizzazione nel comune ferrarese e sui possibili rischi che questa novità potrebbe comportare per l’inquinamento elettromagnetico e la salute dei cittadini.
“L’innovazione tecnologica che sta riguardando le basi Nato porterà a breve all’installazione di un nuovo radar a Poggio Renatico – spiega Giulia Gibertoni – I lavori sono iniziati nel mese di dicembre del 2014 e una volta conclusi il nuovo radar, caratterizzato da una portata operativa di circa 500 Km, sarà in grado di operare in reale e completa agilità di frequenza oltre a supportare diverse funzioni come la difesa da missili anti-radiazione e da contromisure elettroniche”.
Una novità che però, per la capogruppo regionale del M5S, nasconde più di un pericolo visto che al potenziamento della struttura potrebbe corrispondere un impatto di notevole entità di tipo ambientale e un aggravamento dei rischi per la salute dei cittadini delle aree limitrofe alla base militare. “In passato gli impianti della base erano stati oggetto d’indagine come possibile causa d’insorgenza tumorale tra la popolazione locale – spiega Giulia Gibertoni – Nel gennaio 2003 la stampa riportò i risultati di un’indagine epidemiologica dell’Asl di Ferrara che avrebbe rilevato l’incidenza ‘statisticamente anomala, sopra la media attesa localmente’ di ‘tumori infantili a livello cerebrale’. L’amministrazione comunale di Poggio Renatico, ricevuto il rapporto dell’ASL, decise di richiedere l’intervento dell’Agenzia regionale per l’ambiente per monitorare l’intensità delle emissioni delle antenne Nato ma da allora non si è saputo più nulla”.
Vista l’installazione della nuova super antenna adesso la capogruppo regionale del M5S vuole vederci chiaro e chiede alla Giunta di verificare se “il nuovo Radar possa o meno arrecare rischi per la salute dei cittadini delle aree limitrofe alla base militare, oltre che se siano state effettuate negli ultimi anni verifiche e indagini epidemiologiche. “Vista l’importanza dell’argomento e la legittima preoccupazione da parte dei cittadini – conclude Giulia Gibertoni – crediamo sia necessario che la Regione sgombri il campo da qualsiasi dubbio”.
Va detto che il rapporto causa-effetto tra la presenza di radar e rischi alla salute per i cittadini, come spiega anche l’Oms, non ha finora trovato conferme convincenti da parte della ricerca. “Numerosi gruppi nazionali o internazionali di esperti che hanno esaminato criticamente questi studi – scrive l’Oms nel 1999 – hanno concluso che non vi è alcuna chiara evidenza di un legame tra l’esposizione a campi a RF ed un aumento del rischio di cancro. L’Oms ha anche concluso che non vi è nessuna evidenza scientifica convincente che l’esposizione a campi a RF abbrevi la durata della vita umana, o che questi campi inducano o favoriscano il cancro”. Anche se, come sempre, “si richiedono comunque ulteriori studi”. Molto dipende anche dalla vicinanza alla fonte e dall’intensità dei campi e dalla durata dell’esposizione – ma per questo sono state studiate ed emanate apposite linee guida che tengono conto anche dell’attuale residua incertezza sugli effetti.