Economia e Lavoro
18 Ottobre 2015
Il consigliere economico di Renzi in città per un incontro con le piccole e medie imprese

Legge di stabilità, le quattro “buste” di Marattin

di Elisa Fornasini | 3 min

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Mingozzi, Marattin e Malagoli

Mingozzi, Marattin e Malagoli

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“Sono stati giorni frenetici, non mi lamenterò mai più di quanto fosse stancante preparare il bilancio a Ferrara”, scherza l’ex assessore che si fa subito serio nell’illustrare le quattro “buste” di cui si compone la legge di stabilità per il 2016. Il primo pacchetto intende “continuare l’abbassamento delle tasse con l’eliminazione della tassazione sulla prima casa (Imu e Tasi) e l’abolizione della tassa sugli input produttivi (come l’Imu agricola), a cui si aggiungono l’intervento sul regime dei minimi (aliquota agevolata del 15%) e la proroga della decontribuzione per le aziende che assumono personale”.

La intitola “investimenti e produttività”, invece, la seconda busta che rappresenta un “superamento del patto di stabilità che ha demolito gli investimenti pubblici”. “La nuova regola fiscale sarà più semplice e libererà gli investimenti degli enti pubblici” assicura Marattin, il quale stima che “vengano fuori miliardi di investimenti dai Comuni”. È dedicato alle “misure del bisogno” il terzo pacchetto che stanzia 700 milioni di euro per le famiglie in difficoltà economiche, specialmente con bambini, e 400 milioni per il fondo per la non autosufficienza. In questa categoria rientra anche il programma “Dopo di noi” per l’assistenza dei disabili anziani che verrà approvato il prossimo anno. L’ultimo punto è quello che Marattin chiama “dei conti in ordine” per “spendere bene i soldi della gente”, ovvero passare a “una spesa mirata dei diversi comuni a seconda dei propri fabbisogni”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“Non è una legge che inguaia la gente come si sente dire in giro ma anzi farà scendere il debito pubblico e il rapporto deficit-Pil che scenderà dal 2,6% al 2,4%”, dichiara il consigliere economico di Renzi che passa poi a trattare il vero tema dell’incontro, ovvero i rischi e le soluzioni per le piccole e medie imprese che stanno risentendo ancora dei problemi della crisi. Una relazione che parte dallo slogan “l’altra faccia del rischio è l’opportunità” e da una visione a livello globale e locale che è cambiata totalmente dagli anni ’80 ad oggi. “Siamo passati da un periodo in cui il rischio era ovattato a un periodo in cui non siamo stati in grado di gestirlo: alla fine degli anni ’80 lo scenario è cambiato ma noi non abbiamo colto i segnali e non abbiamo fatto il salto di qualità, arrivando nel 2008 al colpo definitivo che è la crisi nata da una sbagliata gestione del rischio. Ho un giudizio pessimo di come è stato governato questo Paese negli ultimi vent’anni – critica Marattin – che ha portato l’Italia ad essere il Paese con meno crescita economica al mondo nel decennio 2000-2010. Questo perché con l’entrata nell’euro non è stato più possibile usare la svalutazione, l’inflazione e il debito pubblico, le tre grandi droghe usate prima dal nostro Paese”.

“A livello mondiale la crisi è finita da un pezzo – specifica Marattin – e girano flussi di capitale che dobbiamo essere in grado di attrarre. Per attrarre questa nuvola di soldi bisogna essere competitivi e buttare il cuore oltre l’ostacolo. L’ha fatto anche il premier che ha ricostruito un partito vecchio e perdente con un gesto che fu preso come follia. La via più sicura ti può rassicurare subito ma è destinata al declino – conclude il consigliere economico di Renzi -, per questo serve coraggio, forza e volontà per lasciare un porto sicuro e buttare il cuore oltre l’ostacolo. Solo dopo si capirà che se non si fosse fatto così sarebbe stato molto ma molto peggio”.

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