Cronaca
25 Maggio 2015
Polizia Postale: "Molti comportamenti considerati normali nella vita virtuale, sono reati in quella reale"

Una ‘vita da social’ per navigare sicuri sul web

di Elisa Fornasini | 3 min

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Internet: un mare di potenzialità, un oceano di pericoli. Che i giovani spesso non conoscono o che sottovalutano. Per navigare in rete in maniera più sicura, arrivano i consigli della polizia in aiuto dei ragazzi, che in questo modo possono prendere più coscienza delle insidie che si nascondono dietro la vita online. Consigli che arrivano direttamente da un autoarticolato allestito come una vera e propria aula multimediale: questa mattina il truck della polizia di Stato ha fatto tappa in piazza Trento e Trieste per la campagna educativa itinerante “Una vita da social”, realizzata in collaborazione con il Miur e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Oltre 200 studenti delle scuole primarie e secondarie della provincia estense si sono radunati sul listone per incontrare gli operatori della polizia postale in una breve ma concisa lezione sui temi della socialità in rete, dell’adescamento online e sull’importanza della privacy. Tematiche attualissime affrontate con un linguaggio semplice ma esplicito anche dai testimonial d’eccezione del progetto tra cui l’ex pugile campione del mondo Alessandro Duran, la ‘saxmachine’ Andrea Poltronieri, l’ex giocatore della Spal (oggi procuratore calcistico) Giorgio Zamuner, il giovane talento ferrarese del panorama lirico italiano Ludovico Creti, i figuranti dell’Ente Palio per l’intrattenimento e Michele Calì, regista del film “Infernet” dedicato all’uso distorto del web e alle dipendenza da internet.

A complimentarsi per la riuscita del progetto – giunto alla seconda edizione – anche le autorità, tra cui il sindaco Tiziano Tagliani e il prefetto Michele Tortora, che sono intervenuti in mattinata per salutare gli operatori della polizia e tutti gli studenti presenti. “Questa iniziativa non intende demonizzare internet – spiega il capo di gabinetto Pietro Scroccarello – perché è un mezzo con delle potenzialità indicibili ma di cui bisogna assolutamente conoscere i pericoli, dal cyberbullismo alle insidie più lievi, perché nella vita online la privacy è sempre a rischio. Ora lo sanno anche i ragazzi: tutti hanno risposto bene all’iniziativa e molti hanno posto svariate domande agli specialisti per comprendere meglio i rischi legati alla condivisione sui social network. Una materia complessa che non si può esaurire in una sola giornata, per questo il progetto proseguirà in aula con altri incontri di sensibilizzazione e prevenzione”.

Dal sexting all’adescamento, dalla detenzione di materiale pedopornografico alla pubblicazione di foto o video sui social network, sono stati tanti i temi toccati durante la giornata. “Lo scopo del progetto è di rendere i ragazzi più consapevoli perché ogni comportamento in rete ha delle azioni nella vita reale – spiegano gli operatori della polizia postale -; anche solo possedere sul cellulare foto o video osé del proprio ragazzo o ragazza, se minorenne, costituisce reato. Anche senza arrivare al caso estremo del cyberbullismo, un fenomeno in sé non nuovo tra i giovani ma oggi connotato da alcuni aspetti particolari dovuti a una vita sempre più connessa, sono tante le insidie che si celano dietro a un uso non consapevole della rete. Molti comportamenti considerati normali nella vita virtuale, infatti, sono considerati reati nella vita reale: bisogna prendere sempre più coscienza e consapevolezza di questi rischi, imparando a utilizzare in maniera sicura il web e i social network. Internet non è un mezzo pericoloso di per sé ma è l’utilizzo che ne fai che fa la differenza: speriamo che il messaggio sia passato”.

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