Cronaca
28 Aprile 2015
Presidio del comitato acqua pubblica contro la vendita delle azioni

“La privatizzazione di Hera mina la democrazia”

di Elisa Fornasini | 3 min

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O“La vendita della maggioranza delle azioni Hera non comporta solo la definitiva privatizzazione dell’azienda che gestisce l’acqua ma mina anche la democrazia alle fondamenta perché senza beni comuni non c’è più una comunità”. È l’ennesimo allarme lanciato dal comitato acqua pubblica di Ferrara che oggi pomeriggio ha organizzato un presidio in piazza Municipale. La protesta di una decina di manifestanti, partita dallo scalone del municipio, si è conclusa con una visita al consiglio comunale, indetto proprio per discutere la delibera di modifica del patto di sindacato dei soci pubblici e la vendita delle azioni Hera possedute dal Comune di Ferrara.

Gli attivisti chiedono all’amministrazione di non approvare le modifiche al patto di stabilità Hera, che abbasserebbero la quota di controllo degli enti pubblici sulla potente società multiutilities dal 51% al 38%, comportando quindi una cessione ad acquirenti anche privati del 13% delle azioni dell’azienda. “Scendere sotto il 51% di proprietà pubblica in Hera – denunciano i manifestanti -, società che gestisce i servizi pubblici locali necessari a garantire i diritti umani fondamentali come l’acqua, rappresenta un punto di non ritorno per la loro privatizzazione”.

Una scelta definita “scellerata” perché “si privatizza il servizio, si liquida il patrimonio pubblico, si decide di far cassa ma si perde la possibilità di decidere su un servizio indispensabile come quello idrico”. “Contrastiamo questa scelta non solo perché non ci sarebbe più controllo pubblico – spiegano i manifestanti – ma anche perché più si fa entrare i privati, più la prospettiva della ripubblicizzazione dell’acqua si allontana, eppure essa non può essere considerata una merce e quindi deve stare fuori dalle logiche di mercato. Una comunità deve avere dei beni comuni ma se li metti sul mercato non c’è più una comunità e quindi mini la democrazia alle fondamenta”.

Il comitato estense per l’acqua pubblica, però, non dice solo dei no ma anche dei sì. Un sì che risuona fermo e deciso da ormai quattro anni. “Chiediamo che venga rispettato il voto espresso dai cittadini nel referendum del 2011 – affermano i manifestanti – perché anche a Ferrara si può iniziare a ripubblicizzare il servizio idrico come si sta facendo a Reggio Emilia, dando vita a un forum provinciale per l’acqua pubblica che coinvolga enti, associazioni e amministratori. L’ultimo sì lo diciamo alla democrazia: è più di due mesi che il nostro comitato ha chiesto al sindaco di convocare una commissione straordinaria aperta alla cittadinanza e non solo non abbiamo ricevuto risposta, ma oggi in consiglio si discute per la vendita delle azioni e non per la ripubblicizzazione del servizio idrico”.

Uno “schiaffo alla democrazia” che però non farà demordere gli attivisti. “La nostra battaglia andrà avanti – assicurano i membri del comitato – perché sappiamo di avere il consenso della maggioranza assoluta dei cittadini di questo Paese. Ora spetta ai sindaci e consiglieri comunali non cedere a questo ricatto, diventando difensori e non curatori fallimentari dei beni comuni e dei servizi pubblici delle loro comunità”.

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