Blog
6 Aprile 2015

Paolo Villaggio

di Gianni Fantoni | 4 min

La prima volta che ho sentito parlare di Fantozzi è stato alle scuole medie. Un mio professore di italiano, scomparso purtroppo molto giovane, era un vero fan di Villaggio e lo imitava anche molto bene. Mi aveva contagiato con pochissima fatica, e per me è stata una scoperta incredibile. Mi sono appassionato subito a quel modo così particolare di far ridere, con tutti quegli aggettivi esagerati, con quella mimica, con quel fisico, con quella sottile crudeltà che ribaltava una tragedia in comicità. Sono diventato fan sfegatato, ho comprato subito e letto l’opera omnia: i primi tre libri di “Fantozzi” e “Come farsi una cultura mostruosa”. In più mi sono visto tutti i film e le apparizioni televisive. In pratica non lo imitavo nemmeno: lo clonavo alla perfezione.
Mi sono servito di questa capacità a “Stasera mi butto” nel 1990: facevo la voce narrante di Fantozzi, il professor Kranz, e Fantozzi. Vittima dell’emozione sono stato eliminato subito.
Non avrei mai immaginato che di lì a qualche (poco) tempo l’avrei incontrato diverse volte, e quasi sempre con esito originale.
Nel 1991 la prima. Antonio Ricci mi chiese, sapendo di questa mia capacità, di imitare il professor Kranz, il suo personaggio del mago tedesco cialtrone, doppiando “a vista” Lorella Cuccarini in Paperissima, mentre Paolo Villaggio faceva quello vero. In quell’occasione Ricci me lo presentò introducendomi come suo imitatore totale, “anche nella pancia”, aggiunse con una punta di cattiveria. Villaggio volle sentire come lo facevo, e mi spiegò come raggiungere risultati ancora migliori nella voce narrante, che andava fatta ancora più nasale.
Alcuni anni dopo lo ritrovai a Roma, ospiti entrambi di un programma televisivo. Gli chiesi se si ricordava di me, del nostro primo incontro. «No», disse.
«È stato a Paperissima», aggiunsi.
«Mai fatto Paperissima» rispose.
«?!?…era a Milano!»
«Mai stato a Milano!», sentenziò.
3 anni dopo ho partecipato come molti colleghi comici al programma radiofonico per Radio 2 “Da dove chiama” da lui condotto, in cui c’erano anche Ettore Conti, nella parte di un megadirettore, Gian e l’incredibile evanescente e gentilissima Milena Vukotic. Per dare un’idea del clima: un giorno Villaggio arriva un po’ rosso in viso. La curatrice: «Sei rosso in viso. Hai preso il sole?» Risposta: «È una disfunzione epatica.» Sempre la curatrice, il giorno dopo, vedendolo arrivare con dei pantaloni molto colorati: «Sono belli Paolo, dove li hai comprati?» E lui: «In un lebbrosario.»
Un giorno, sempre lì in radio, arriva tutto fiero di aver comprato una penna che scrive benissimo, una roller della Tombow. Ne parla con un’ammirazione reale, come se avesse trovato il Santo Graal della scrittura. L’indomani arriva in ritardo. Tutti i giovani comici schierati in studio, gli stessi del giorno prima. Villaggio bofonchia da lontano più volte, prima in maniera indistinta poi sempre più intelligibile la parola “Tombow.”
Arriva davanti a tutti noi e fa: «Lo dico perché non vi conosco… Qualcuno di voi, “inavvertitamente”, ieri ha portato a casa la mia penna Tombow?»
In pratica, simpaticamente, ci aveva dato del ladro a tutti!
Il cerchio si chiude, per ora…, col 1999. Ho partecipato all’ultimo film della saga “Fantozzi”: “La Clonazione.” Io interpreto la parte di un losco venditore di viaggi che cerca di truffare abbastanza selvaggiamente i coniugi Fantozzi alla ricerca del capodanno del nuovo millennio. Durante le riprese, se fosse andato bene il film, ci accordammo già sulla parola che avremmo dovuto girare “Il Figlio di Fantozzi”, in cui io sarei stato coprotagonista assieme a lui. Non si fece mai perché il film che stavamo girando incassò poco, a dispetto del fatto che fosse riuscito bene.
In montaggio si accorsero che una scena andava ridoppiata, ma Villaggio non poteva perché impegnato sul set di “Denti” con Salvatores. Il regista, che sapeva che io lo facevo alla perfezione, mi chiamò per fare la sua voce: mi venne in mente il precedente di Carlo Croccolo che doppiò Totò quando lui non poteva.
Arrivai in doppiaggio e cominciai a sincronizzare la mia voce con la sua. Prova che ti riprova, dopo un po’ né io né il regista riuscivamo più a capire quale fosse la voce di chi!
Ricordo ancora la battuta di Fantozzi, rivolta alla Mazzamauro/Signorina Silvani: «…eh, Signorina Silvani, io le suggerirei per la sua incolumità, di tornare a casa presto la sera perché, vista la sua avvenenza, correrebbe seriamente il rischio di venire… strupa… stupa… sturata!» E lei: «Magari Fantozzi! Magari!…»

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com