La tassa annuale sulla gestione dei rifiuti urbani in Emilia Romagna ammonta, in media, a 270 euro, 20 in meno rispetto ai 290 della media nazionale. Ma, ancora una volta, Ferrara si distingue contribuendo a porta i valori verso l’alto: il capoluogo estense, infatti, con i suoi 325 euro è in testa alle città emiliano-romagnole per costo della gestione rifiuti. Ben al di sopra della media nazionale e molto oltre anche le due inseguitrici: Bologna e Reggio Emilia che si fermano a 277 euro.
È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che per il settimo anno consecutivo eroga un’esaustiva panoramica dei costi sostenuti dai cittadini italiani per lo smaltimento dei rifiuti, prendendo come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone, con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Il 2014 è stato anche l’anno della Tari: denominazione diversa per indicare la medesima stangata per gli utenti, con un aumento medio del 3,6% rispetto al 2013. La ricerca ha rilevato una spesa maggiore al Sud (333 euro), dove l’aumento rispetto al 2013 è stato del 5% (+24% rispetto al 2012); seguono le regioni centrali (292 euro) con un aumento dell’6,2% rispetto al 2013 (+18% rispetto al 2012) ed infine le aree settentrionali (252 euro) con un +1,6% rispetto al 2013 (+7,7% rispetto al 2012). La regione più cara è la Campania ( 423 euro), seguono la Sardegna (370 euro) e la Sicilia (374 euro). Tra le regioni meno onerose dopo il Molise, seguono Marche (215 euro) e Basilicata (221 euro).
Le città più costose sono quelle del sud, sul podio tra le peggiori c’è Cagliari con i suoi 533 euro, mentre quelle che si caratterizzano per una spesa maggiormente contenuta sono soprattutto al Nord, al primo posto c’è Cremona (137 euro). La principale variazione in un anno si registra invece a Enna, con un aumento del 47%.